È “Ama il Signore Dio tuo e ama il prossimo tuo come te stesso” il tema della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani che si celebra, come ogni anno, dal 18 al 25 gennaio. Quest’anno, è stato un gruppo di cristiani del Burkina Faso a scrivere le riflessioni e la proposta ecumenica. E dunque non deve colpire che, nella proposta del libretto, pubblicato la scorsa settimana dal Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, è presente anche un rito con l’acqua e con una zucca, che è il centro di tutta la celebrazione.
È una preghiera ecumenica per la pace, quella che nasce alla lettura del Sussidio per la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, affidata quest’anno ai fedeli del Burkina Faso. Ovvero, affidata a religiosi cristiani di una nazione che vive una profonda crisi e che subisce da anni gli attacchi islamisti.
Verranno dal Burkina Faso i testi del sussidio di preghiera per la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 2024. Dopo la scelta del Minnesota per il 2023, sull’onda dell’emozione per l’omicidio di George Floyd, la redazione del sussidio di preghiera viene affidato ad una nazione che sta vivendo una grave crisi a livello di sicurezza e una notevole instabilità politica. “Amerai il Signore Dio tuo... e il tuo prossimo come te stesso” (Lc 10,27).
Nella notte tra il 10 e il l’11 febbraio, un gruppo di uomini armato non identificato ha attaccato il seminario minore di San Kisito a Bougui, nella diocesi di Fada N’Gourma, nella zona orientale del Burkina Faso. Non ci sono state perdite di vite umane, ma tuttavia l’attacco ha fatto moltissimi danni materiali. Distrutto il crocifisso, perché – hanno detto i miliziani – “non vogliamo vedere croci”.
In Burkina Faso da diversi anni la regione del Sahel è colpita da attacchi terroristici che hanno come obiettivo la totale e coattiva islamizzazione dell’area. Particolarmente minacciata è Dori, capitale dipartimentale e sede di diocesi, presente in un’area a schiacciante maggioranza islamica.
Ancora un cardinale che risulta positivo al coronavirus ed è un cardinale africano.
È in atto una persecuzione dei cristiani. Da mesi noi vescovi denunciamo quanto accade in Burkina Faso, ma nessuno ci ascolta. Evidentemente preferiscono tutelare i propri interessi”.
"Rivolgo un pensiero speciale al caro Burkina Faso, da qualche tempo provato da violenze ricorrenti, e dove recentemente un attentato è costato la vita a quasi cento persone". La preghiera di Papa Francesco, durante l'Udienza Generale di oggi, è per il Burkina Faso.
"Se si continuerà a non intervenire il risultato sarà l’eliminazione della presenza cristiana da quest’area e forse in futuro anche dall’intero Paese". Così afferma ad Aiuto alla Chiesa che Soffre monsignor Laurent Birfuoré Dabiré, vescovo di Dori, dopo l’ennesimo attacco anticristiano avvenuto in Burkina Faso.
Le visite ad limina delle Conferenze Episcopali nazionali non si fermano, e in Vaticano in questi giorni sono arrivati per incontrare Papa Francesco i Vescovi di Burkina Faso e Niger che insieme costituiscono una unica Conferenza Episcopale.