La quarta Domenica di Pasqua è dedicata a Gesù Buon Pastore. Papa Francesco dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano recita il Regina Caeli con i fedeli e riprende il tema del Buon Pastore che dà la propria vita per le pecore.
L’ultimo giorno del viaggio apostolico in Ungheria di Papa Francesco si apre con la celebrazione della Messa in Piazza Kossuth Lajos, a Budapest.
“Preghiamo per le famiglie in questo tempi di quarantena la famiglia chiusa a casa cerca di fare tante cose nuove tanta creatività coni bambini e tutto per andare avanti. E anche c’è l’altra cosa che talvolta c’è la la violenza domestica. Preghiamo per la famiglia perché continui in pace e creatività in questa quarantena”.
Gesù nel brano di Vangelo di oggi si presenta con queste parole: “Io sono il buon Pastore”. “IO SONO” è il nome con il quale Dio si è rivelato a Mosè nel roveto ardente e che Gesù applica a sè in numerose occasioni. Facendo proprio il nome di Dio, Gesù rivela sua uguaglianza con Lui e la sua origine divina. Presentandosi, poi, come il Buon Pastore, manifesta il suo “programma pastorale”, stilato nel seno della Santissima Trinità. Egli, infatti, afferma:” Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre che rimane in me, compie le sue opere (Gv14,10ss). Dio, come afferma Origene, “soffre una passione d’amore” per l’umanità precipitata nel peccato e nella morte e che vive disperata e sofferente. E poiché desidera risanarla e renderla partecipe della sua vita divina, affida questo meraviglioso progetto di salvezza al proprio Figlio che, presentatosi nella nostra carne mortale, si propone a noi con dolcezza, persuasione e amore (Mt 11, 28-30). Questo programma di bene in favore dell’umanità viene realizzato nonostante la mediocrità, la debolezza, la miseria e le resistenze dell’uomo, che fatica a comprendere l’amore puro, come quello di Dio che non chiede nulla in cambio.
“Ascoltare e riconoscere la sua voce, infatti, implica intimità con Lui, che si consolida nella preghiera, nell’incontro cuore a cuore con il divino Maestro e Pastore delle nostre anime”.
In questa domenica di Pasqua - dedicata alla preghiera per le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa - la Chiesa propone alla nostra riflessione un brano del capitolo 10 del Vangelo di san Giovanni, dove Gesù applica a sé l’immagine del buon Pastore che è molto presente nei testi dell’Antico testamento
Come lo storpio guarito da Gesù, così “ciascuno può guarire dalle tante forme di infermità spirituale – ambizione, pigrizia, orgoglio – se accetta di mettere con fiducia la propria esistenza nelle mani del Signore Risorto”. Lo ha detto il Papa aprendo a mezzogiorno la preghiera mariana del Regina Coeli.
In occasione della IV Domenica di Pasqua e 55/ma Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni Papa Francesco ha ordinato presbiteri questa mattina in San Pietro 16 Diaconi. Tra loro 6 provengono dal Collegio Diocesano Redemptoris Mater, 5 dal Pontificio Seminario Romano Maggiore, 4 dalla Famiglia dei Discepoli ed uno dall’Opera Don Orione.
Un buon pastore si avvicina e ha capacità di commuoversi. Papa Francesco lo ricorda nella riflessione proposta questa mattina durante la messa celebrata nella Cappella di Santa Marta.
Gesù, l’immagine del pastore e l’immagine della porta dell’ovile. Con queste due rappresentazioni si apre la preghiera del Regina Coeli in Piazza San Pietro con Papa Francesco.
La Messa solenne in Piazza San Pietro presieduta stamane dal Papa conclude la celebrazione del Giubileo dei Sacerdoti nel giorno dedicato alla Solennità del Sacro Cuore di Gesù.
Nel cuore del Papa la gente di Lesbo, greci e migranti, e martiri, ma anche l’ Ecuador e il Giappone colpiti da violenti terremoti e ovviamente i nuovi sacerdoti appena ordinati nella domenica del Buon Pastore.
Il Papa mette in guardia: non possiamo fermarci alla contemplazione del buon pastore. Bisogna mettersi alla sua sequela. Specialmente chi ha “la missione di guide nella Chiesa – sacerdoti, Vescovi, Papi – sono chiamati ad assumere non la mentalità del manager ma quella del servo