Prima l’arcivescovo Henryk Hoser, e poi l’arcivescovo Aldo Cavalli (che ha sostituito Hoser quando questi è morto) sono stati inviati da Papa Francesco come visitatori apostolici con caratteri speciali a Medjugorje. E il motivo è chiaro: quello di osservare da vicino una realtà che, dalle prime apparizioni, si è evoluta, con contorni da chiarire. La Commissione Ruini, voluta da Benedetto XVI, ebbe valutazioni positive sulle prime apparizioni, meno sul resto. Ed è in una situazione che comunque viene definita da tutti “di grazia,” con molti pellegrinaggi, che si trova ad operare.
Venticinque minuti di colloquio privato tra Papa Francesco e Denis Bećirović, Membro della Presidenza Collegiale della Bosnia ed Erzegovina, ricevuto oggi in Vaticano con la consorte è seguito.
Venticinque minuti di colloquio, prima di un bilaterale in Segreteria di Stato che serve a rinsaldare i rapporti in una regione difficile: Borjana Krišto, presidente del Consiglio della Bosnia Erzegovina, incontra Papa Francesco per la prima volta dalla sua designazione, e lo fa dopo aver preparato accuratamente l’incontro con un colloquio, la scorsa settimana, con l’arcivescovo Francis Chullikat, nunzio a Sarajevo.
Sarajevo è una città ancora con le ferite della guerra, sospesa tra il ponte romano, il luogo dove fu assassinato Francesco Ferdinando dando il via alla Prima Guerra Mondiale, le moschee vecchie e nuove. Ed è la città simbolo di quello che è accaduto in Bosnia Erzegovina dopo la guerra e gli accordi di Dayton di 25 anni fa, accordi che tuttora sono la costituzione di una nazione che divide la presidenza in tre, e che ancora deve lavorare per una vera riconciliazione. Lo sa bene il Cardinale Puljic, che ha denunciato la scorsa settimana: “Questo accordo sta legalizzando la pulizia etnica”.
I cristiani vanno via dalla Bosnia, dove vivono una persecuzione silenziosa e dove vedono la situazione incerta. E il Cardinale Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo, non manca di denunciare la situazione, a margine della Plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee che si è tenuto a Poznan dal 13 al 16 settembre.
“La custodia del Creato credo sia una delle sfide più grandi dell’umanità”. Con queste parole Papa Francesco ha accolto i tre Presidenti della Bosnia Erzegovina ricevuti oggi in Vaticano. Il Papa ha consegnato loro una copia della sua enciclica “Laudato Si” e il medaglione del suo quinto anno di pontificato.
Poco più dei 20 minuti di colloquio questa mattina tra Dragan Čović, membro Croato della Presidenza Collegiale della Bosnia ed Erzegovina, e Papa Francesco.
Nell’Anno della Misericordia e proseguendo un cammino avviato insieme a diversi organismi cattolici europei, la Commissione CCEE Caritas in Veritate organizza in collaborazione con la Conferenza episcopale della Bosnia-Erzegovina un incontro sull’urgenza e l'attualità delle Opere di Misericordia oggi in Europa.
“Ancora io custodisco nel mio cuore tante cose grandi e belle che ho imparato da voi”, così Papa Fracesco ha salutato il presidente di turno della Presidenza collegiale della Bosnia ed Erzegovina, Dragan Čović, con la delegazione del Comitato organizzativo dello Stato e della Chiesa per la visita pastorale a Sarajevo il 6 giugno scorso, presente anche il cardinale Vinko Puljić, arcivescovo di Sarajevo.