Il diavolo è sempre pronto a dar battaglia, ma in definitiva è destinato alla sconfitta. Il male non prevarrà. Di questo era talmente convinto, don Gabriele Amorth che nonostante tutte le crudeltà e le cose spaventose che vedeva e combatteva era sempre animato da un forte spirito di ottimismo e da una vena di imbattibile umorismo. Padre Amorth è morto all’ospedale Gemelli di Roma il 16 settembre 2016, cinque anni fa, all’età di 91 anni.
Si intitola “Vado io”. Proprio come il suo gesto di offrirsi volontario al posto di una donna in un rapimento a scopo di estorsione. “Vado io. Con i poveri delle Ande per incontrare Dio. Missione e martirio di padre Daniele Badiali” è titolo del libro che Gerolamo Fazzini dedica alla figura di questo missionario italiano ucciso esattamente 20 anni fa (il 18 marzo 1997). Di padre Badiali è in corso la causa di beatificazione.
Chi si aspettava grandi rivelazioni è certamente deluso. Nelle sue “ Ultime conversazioni” Benedetto XVI racconta se stesso con dolcezza e umiltà, ma anche con la chiara consapevolezza di quello che ha portato a termine nella sua vita e nel Pontificato.
“L’obbedienza al mio successore non è mai stata in discussione. Ma poi vi è il sentimento di comunione profonda e di amicizia”.
“Che ci faccio qui a Roma? Dovrei andare in pensione”. Sono le prime parole del Cardinal Jorge Bergoglio alla vigilia del Conclave che lo eleggerà Pontefice, pronunciate nel film di Daniele Luchetti “Chiamatemi Francesco”. Un uomo preoccupato, questa la chiave di lettura scelta dal cineasta, per raccontare cinquanta anni di vita di Papa Francesco. “Il Bergoglio di oggi è questo – ha detto il regista Luchetti presentando il film a Roma - “perché è stato in altro modo nel passato, ha attraversato gli inferni, per arrivare a fare ciò che desiderava di più da giovane, aiutare gli altri”.