E siamo arrivati alla cura per l’arte. Il Vaticano non ha solo i Musei con la ricchezza del passato, ma anche una Fondazione che guarda al futuro.
Si concluderà domani, domenica 21 maggio, l'edizione 2023 delle Giornate di valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico
Uno dei beni più preziosi della Chiesa sono gli archivi. Non solo perché raccontano la vita religiosa delle comunità, ma anche perché sono fonti storiche incredibili in gran parte ancora inesplorate. Ma come gestire gli archivi soprattutto quelli più piccoli e meno famosi, nelle piccole diocesi o nelle parrocchie? Alla domanda risponde il corso della Pontificia Università Gregoriana guidato da Dott. Ottavio Bucarelli Pro Direttore Dipartimento dei Beni Culturali della Chiesa Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa Pontificia Università Gregoriana:
Come conoscere davvero la situazione attuale dei beni ecclesiastici ? L’occasione in un prossimo convegno a Roma dal 30 settembre al 1 ottobre 2021, promosso dal Pontificio Consiglio della Cultura e della Congregazione per gli Istituti i Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica per offrire una conoscenza sistematica e scientifica dei depositi culturali delle comunità di vita consacrata, mediante un lavoro di catalogazione per riconoscere i patrimoni culturali, salvarli da dispersione e furti e riaffermarne la consapevolezza e l’importanza all’interno delle stesse comunità religiose.
Una delle questioni da affrontare specialmente nel nostro paese in questa pandemia è la gestione e la fruizione dei Beni Culturali.
Come valorizzare i beni culturali ecclesiastici? È stato questo uno dei nobili interrogativi del convegno internazionale “Dio non abita più qui?” che si è tenuto alla Pontificia Università Gregoriana. Perché è necessario “iniziare processi più che possedere spazi”, come afferma Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium”. ACI Stampa ha approfondito gli argomenti del convegno con Monsignor Fabrizio Capanni, Officiale della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa.
"Seguendo il pensiero del Magistero ecclesiale, possiamo elaborare quasi un discorso teologico sui beni culturali, considerando che essi hanno parte nella sacra liturgia, nell’evangelizzazione e nell’esercizio della carità. Essi, infatti, in primo luogo rientrano fra quelle «cose» che sono o sono state strumenti del culto, «santi segni» , «res ad sacrum cultum pertinentes», secondo la definizione della Costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium. Il senso comune dei fedeli percepisce per gli ambienti e gli oggetti destinati al culto la permanenza di una sorta di impronta che non si esaurisce anche dopo che essi hanno perduto tale destinazione". Lo scrive Papa Francesco nel messaggio inviato al Convegno “Dio non abita più qui? Dismissione di luoghi di culto e gestione integrata dei beni culturali ecclesiastici”, organizzato dal Pontificio Consiglio della Cultura.
E’ uno degli esempi più famosi: la Boekhandel Dominicanen di Maastricht. Una meravigliosa chiesa gotica realizzata nel 1294 insieme al monastero. Sconsacrata già nel 1796 è stata usata un po’ per tutto. Sono stati gli architetti Merkx+Girod a trasformarla in libreria mantenendo le strutture portanti certo, ma anche usando il presbiterio come bar con al centro un provocatorio tavolo a forma di croce.
“Il patrimonio degli edifici di culto serve alla Chiesa per l'evangelizzazione, luoghi dove la gente può incontrarsi e dove si favorisce la coesione sociale.
L'importanza di diffondere la cultura e favorire la formazione nella valorizzazione dei beni culturali, in generale, e quelli ecclesiastici. E’ ciò che ha indotto la Fondazione Giovanna Dejua, in partnership con il Centro di Ricerche Markets Culture and Ethics della Pontificia Università della Santa Croce, ad istituire una Borsa di Studio di 1.000 euro intitolata "La gestione dei beni culturali ecclesiastici".