Dal 2015 il Papa non lo impone ma lo consegna. Una scelta di Papa Francesco per coinvolgere le Chiese locali.
È la Messa in cui il Papa consegna i palli ai trenta nuovi arcivescovi metropoliti nominati durante l’anno. Palli che però saranno imposti ai nuovi arcivescovi solo successivamente, nella loro diocesi di origine. Il Papa presiede la Celebrazione Eucaristica con i Cardinali antichi e nuovi, con gli Arcivescovi Metropoliti e con i Vescovi Sacerdoti.
Si snoda intorno alle tre parole di confessione, persecuzione e preghiera l’identikit dell’apostolo delineato da Papa Francesco nella Messa dei Santi Pietro e Paolo. È la Messa in cui il Papa consegna i palli ai 36 nuovi arcivescovi metropoliti nominati durante l’anno. Palli che però saranno imposti ai nuovi arcivescovi solo successivamente, nella loro diocesi di origine. E il Papa lancia loro una domanda: “Siamo cristiani da salotto oppure apostoli in cammino?”
La Chiesa pensata da Papa Francesco prende forma in 46 pallii, che sono la storia di altrettante scelte che il Papa ha fatto durante l’anno. Perché tra i nuovi arcivescovi metropoliti ci sono scelte perfettamente in linea con il pontificato di Benedetto XVI, come quelle del Cardinal Rainer Maria Woelki, spostato da Berlino a Colonia, o come quella di Carlos Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid soprannominato “il piccolo Francesco,” ma di certo non un vero e proprio progressista. Ma ci sono anche nomine considerate di rottura, come quella dell’arcivescovo Blaise Cupich a Chicago, un profilo completamente differente da quello dei grandi vescovi americani che lo hanno preceduto. Quale il criterio adottato?