Se Papa Francesco festeggia oggi il 25° anniversario della ordinazione episcopale, il suo Predecessore Benedetto XVI ricorda oggi il 40° della sua creazione a Cardinale di Santa Romana Chiesa per volontà del Beato Paolo VI.
Angela Merkel, Cancelliere della Repubblica Federale di Germania dal settembre 2005, ha ormai una certa consuetudine con il Palazzo Apostolico Vaticano.
Il fatto che siano stati pubblicati tanti libri per i 90 del Papa emerito, e che in tutti si vedeva una certa simpatia, e fino a qualche anno non era così, è come se il mondo abbia voluto fare un regalo a Benedetto con un affetto che prima mancava, con sostegno, coraggio e gratitudine.
41 anni di episcopato sono un traguardo importante. E lo sa bene Benedetto XVI. Il Papa emerito festeggia oggi infatti il 41 ° anniversario della sua ordinazione episcopale, avvenuta il 28 maggio 1977 per l’imposizione delle mani del Vescovo di Wurzburg Josef Stangl.
“Il prossimo 24 maggio ci uniremo tutti spiritualmente ai fedeli cattolici in Cina, nella ricorrenza della Beata Vergine Maria Aiuto dei Cristiani, venerata nel santuario di Sheshan a Shanghai. Ai cattolici cinesi dico: alziamo lo sguardo a Maria nostra Madre, perché ci aiuti a discernere la volontà di Dio circa il cammino concreto della Chiesa in Cina e ci sostenga nell’accogliere con generosità il suo progetto d’amore. Maria ci incoraggia ad offrire il nostro personale contributo per la comunione tra i credenti e per l’armonia dell’intera società. Non dimentichiamo di testimoniare la fede con la preghiera e con l’amore, mantenendoci aperti all’incontro e al dialogo, sempre”. Così domenica scorsa durante la recita del Regina Coeli, Papa Francesco ha ricordato la Giornata di preghiera per i cattolici in Cina.
Nell’anno che ricorda i 5 secoli della Riforma Luterana non poteva mancare la voce del teologo Joseph Ratzinger. Papa Benedetto XVI aveva magistralmente riassunto il suo pensiero sull’agostiniano ribelle quando aveva vistato Erfurt nel 2011.
Con la promessa dello Spirito Santo Gesù ci assicura che non resteremo orfani. Sono parole che “trasmettono la gioia di una nuova venuta di Cristo”. Lo ha detto Papa Francesco introducendo il Regina Coeli della VI Domenica di Pasqua.
"Con il cardinale Sarah, un maestro del silenzio e della preghiera interiore, la Liturgia è in buone mani". Lo scrive il Papa emerito Benedetto XVI nella prefazione al libro "La force du silence” - non ancora tradotto in italiano - e che sarà presentato prossimamente a Roma. La prefazione a firma di Benedetto XVI è stata pubblicata nella giornata di ieri su diverse testate on line di Stati Uniti, Germania e Italia.
Una giornata intera di studio dedicata a Benedetto XVI quella di oggi alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale in occasione dei 90 anni del Papa emerito, che proprio in quella sede universitaria, quando era cardinale, aveva presieduto l’inaugurazione dell’anno accademico 1994/1995.
E’ stato presentato al Palazzo della Cancelleria Apostolica la scorsa settimana un volume speciale su Papa Benedetto XVI. In occasione del novantesimo genetliaco di Joseph Ratzinger monsignor Jean-Marie Gervais e Alessandro Notarnicola hanno curato il volume “Benedetto XVI. L’arte è una porta verso l’infinito. Teologia Estetica per un Nuovo Rinascimento”. Un libro che ripropone al grande pubblico i novanta anni del Papa Emerito vissuti sulla “via pulchritudinis” e nella continua ricerca del vero e del bello.
Uno degli aspetti più significativi della vita di Joseph Ratzinger diventato Papa Benedetto XVI è il suo lavoro alla Congregazione per la Dottrina della fede. Senza quel quarto di secolo il pontificato di Benedetto XVI sarebbe stato diverso.
Il sacerdote di aspetto giovanile che mi riceve nella Palazzo di Sant’Uffizio è un austriaco e appartiene alla Famiglia spirituale “L’Opera”, una nuova famiglia di vita consacrata, fondata da Julia Verhaeghe, belga (1910-1997) e riconosciuta da Giovanni Paolo II nel 2001. Dopo gli studi di teologia, ha fatto il dottorato con una tesi sul tema “Coscienza e verità in John Henry card. Newman”.
Tra i libri pubblicati in questi giorni di ricorrenze per Benedetto XVI, i suoi 90 anni di vita, ma anche l’anniversario della sua elezione al soglio pontificio, uno in particolare è dedicato alla foto. “Benedetto XVI, immagini di una vita”, edito da San Paolo. Due gli autori, Maria Giuseppina Buonanno e Luca Caruso che cura l’ufficio stampa della Fondazione Ratzinger in Vaticano.
Coraggio. E’ questa la chiave di lettura del pontificato e dalla vita di Benedetto XVI che ha scelto Mimmo Muolo vaticanista e vicecapo della redazione romana di Avvenire.
"Sono pieno di gratitudine a Dio soprattutto perché mi ha donato una così bella patria che ora voi (i Gebirgsschützen, fucilieri di montagna bavaresi) portate da me. La Baviera è bella dalla sua Creazione”. Sono le parole commosse di Papa Benedetto XVI, rivolte ai cinquanta ospiti intervenuti alla festa in perfetto stile bavarese di Benedetto XVI, per il suo 90esimo compleanno, la scorsa Domenica, presso il Monastero Mater Ecclesiae.
L’uomo è sempre stato al centro dell’orizzonte filosofico e culturale del milleottocento seppur con particolari connotazioni e sfumature.
“Il mio cuore è pieno di gratitudine per i 90 anni che il buon Dio mi ha dato”. Sono le parole commosse di Benedetto XVI intervenuto alla festa bavarese organizzata per il suo novantesimo compleanno - caduto ieri - al Monastero Mater Ecclesiale in Vaticano.
Morire il giorno di Pasqua è un dono, disse Benedetto XVI appresa la notizia della dipartita di Madre Angelica, Fondatrice di EWTN. Ma anche compiere 90 anni il giorno di Pasqua è senza dubbio un dono. Duplice. E il dono lo ha ricevuto oggi Papa Benedetto che - appunto - compie 90 anni.
“Il primo incontro è stato nella Cappella Sistina davanti al Giudizio Universale. I cardinali gli stavano dichiarando la loro obbedienza. Dato che io dovevo stare nel Conclave, il cardinal decano Ratzinger aveva il diritto di portare un prete, e ha portato me, ero l’ultimo nella fila. C’erano altri davanti a me.
Quando si parla di impegno morale si fa generalmente riferimento ad un qualcosa di esterno alla volontà dell’uomo che tocca le corde del dovere e non dell’essere. Se leggiamo la grande tradizione filosofica della seconda metà dell’ottocento in essa troveremo sempre richiamata la distinzione netta, come la lama di un rasoio, fra gli attributi di una coscienza e l’impegno che ne è il prodotto.