Carlo Acutis era un ragazzo speciale. Eucaristia e computer, adorazione e libri di scuola, rosario e facebook. La sua storia si sviluppa a Milano ed è lì che è conosciuta la sua profonda spiritualità. Carlo muore per una leucemia fulminante a soli 15 anni, nel 2006. A lui è stato dedicato un docufilm e un volume che ne raccontano le particolari virtù.
Lo scorso 10 giugno si sono ricordati i 90 anni della morte del grande architetto e forse presto beato Antoni Gaudì. Catalano, modernista, innovatore, Guadì è il simbolo della città di Barcellona. Una città no facile da comprendere, con una storia fatta anche di violenza e che oggi raccoglie giovani di tutto il mondo non esattamente in cerca di misticismo.
Oltre 14 mila fedeli sono previsti per la canonizzazione di don Francesco Maria Greco, in programma domani, 21 maggio, allo stadio San Vito di Cosenza. Un evento particolarmente importante per la comunità diocesana, che per la prima volta vede elevato agli onori degli altari un parroco.
Giovedì mattina Papa Francesco ha ricevuto Maria Romana De Gasperi, presidente onorario della Fondazione De Gasperi, figlia dell’ex presidente del Consiglio e statista della DC scomparso nel 1954.
C’è chi dice che la diplomazia della Santa Sede è inutile, perché non produce santi, e solo lì dove ci sono semi di santità la Chiesa deve stare. C’è, però, la storia di un sacerdote, diplomatico della Santa Sede fino alla morte prematura a soli 38 anni, che smentisce questo adagio molto in voga tra quanti vorrebbero una Chiesa solo spirituale ma per niente impegnata nella formazione del mondo. È la storia di Giuseppe Canovai, sacerdote catapultato al rango di diplomatico della Santa Sede. Morì nel 1942. La pubblicazione dei suoi diari, editi da Cantagalli e curati da monsignor Florian Kolfhaus della Segreteria di Stato Vaticana, dimostrano come anche la diplomazia della Santa Sede possa essere una strada per la santità.
Sarà il primo martire sud africano riconosciuto dalla Chiesa. Benedict Samuel Tshimangadzo Daswa, martirizzato il 2 febbraio 1990, sarà beato il prossimo 13 settembre. Nel Santuario eretto a suo nome, a Tshitanini nella Provincia di Limpopo, giungerà il rappresentante di Papa Francesco, il Cardinale Angelo Amato. Il Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi richiamerà il decreto autorizzato dal Santo Padre che riconosce il martirio “in odio della fede”
“Luce delle nazioni e sale della terra. Se i suoi persecutori sono spariti nell’ombra dell’oblio e della morte, la memoria di Romero invece continua a essere viva e a dare conforto a tutti i derelitti e gli emarginati della terra”. Sono le parole che il cardinale Angelo Amato ha usato per parlare del nuovo beato nella messa a San Salvador come riporta l' Osservatore Romano.
“La voce del nuovo Beato continua a risuonare oggi a ricordarci che la Chiesa , convocazione dei fratelli intorno al loro Signore è famiglia di Dio”. Papa Francesco lo scrive nel messaggio a José Luis Escobar Alas Arcivescovo di San Salvador e Presidente della Conferenza Episcopale di El Salvador.La beatificazione di Oscar Romero è motivo di grande gioia per i salvadoregni e il Papa ricorda l’esempio del martire che “ha costruito la pace con la forza dell’amore”.
Oscar Arnulfo Romero diventa beato. Non è stato un cammino facile, e le discussioni non si sono placate nemmeno adesso che il nome dell’arcivescovo di El Salvador ucciso mentre celebrava la messa nel 1980, entra nell’albo dei beati. Nel 1996 Papa Giovanni Paolo II nella conferenza stampa sull’aero che lo portava in Gautemala diceva: “Io l'ho conosciuto, l'ho conosciuto bene, e durante la prima visita nel 1983 sono andato a visitare la sua tomba. Era certamente un evento la sua morte, il suo attentato, che ha scosso un pò tutta l'America centrale. Quando si vedono le fotografie di questo attentato durante la Comunione, uno che arriva alle spalle…terribile!”
"La cosa migliore che ha fatto la Puglia è chiedere che Aldo Moro venisse beatificato. Vorrei che non si arenasse e portasse avanti questo progetto". Ieri in un incontro a Bari la senatrice Maria Fida Moro, figlia dello statista della Dc ucciso dai terroristi delle Brigate Rosse dopo la strage di Via Fani del 16 marzo 1978, ha chiesto che la causa di beatificazione del padre vada avanti.