La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, riunita nei giorni scorsi a Matera in occasione del XXVII Congresso Eucaristico Nazionale, ha deciso un doppio stanziamento dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, per far fronte a situazioni di emergenza che stanno provando alcuni Paesi del mondo.
"Il Bangladesh, Bengala d’oro (Sonar Bangla), è un Paese di rara bellezza naturale e una Nazione moderna, che si sforza di tenere insieme l’unità della lingua e della cultura con il rispetto per le diverse tradizioni e comunità che abitano al suo interno". E' questa una parte del Videomessaggio che Papa Francesco invia al Presidente, al Primo Ministro e al popolo del Bangladesh in occasione del centenario della nascita dello Sceicco Mujibur Rahman e del 50.mo anniversario dell’indipendenza del Paese.
L’agenzia Asianews riferisce che l’Arcivescovo di Chittagong, in Bangladesh, Monsignor Moses M. Costa è stato ricoverato in ospedale in terapia intensiva lo scorso 13 giugno e versa in gravi condizioni dopo essere stato infettato dal coronavirus.
In Bangladesh il virus covid 19 ha colpito molte persone e c’è ancora il rischio che il virus possa aggravare pesantemente la situazione: “Scuole e fabbriche sono chiuse, le attività sospese. Il traffico è bloccato e gli spostamenti vietati. I giornali non escono, ufficialmente perché non possono essere consegnati agli abbonati (qui non ci sono ‘edicole’); ma è ammissibile un sospetto di controllo sull’informazione. Non è possibile verificare il reale stato della situazione virale nel Paese”.
E’ durato 20 minuti esatti - alla presenza di un interprete - l’incontro tra Papa Francesco ed il Primo Ministro del Bangladesh Sheikh Hasina.
La seconda tappa del 21/mo Viaggio Apostolico internazionale di Papa Francesco è il Bangladesh. Il Pontefice sarà nel piccolo stato asiatico che si affaccia sul Golfo del Bengala dal 30 novembre al 2 dicembre.
Dal 26 novembre al 2 dicembre Papa Francesco si recherà in visita apostolica in Myanmar e in Bangladesh, due paesi diversissimi ma uniti da un dato essenziale: la piccola comunità cattolica presente è frutto dell’impegno evangelizzatore dei missionari, anche italiani, tra i quali PIME, saveriani e altri istituti religiosi. Quali sono i libri migliori da leggere per conoscere questi paesi?
"Non vedo l’ora del momento nel quale potremo stare insieme. Vengo come ministro del Vangelo di Gesù Cristo, per proclamare il suo messaggio di riconciliazione, di perdono e di pace". Così Papa Francesco nel videomessaggio diffuso stamane destinato al popolo del Bangladesh, che il Pontefice visiterà dal 30 novembre al 2 dicembre prossimi.
Dal 27 al 30 novembre papa Francesco si recherà in Myanmar eppoi fino al 2 dicembre visiterà il Bangladesh, per portare un messaggio di pace e di riconciliazione in un contesto esasperato dalla diversità etnica, culturale e religiosa, dall’esplosione del fondamentalismo e dalla violenza settaria. Il Myanmar ha 50.000.000 abitanti e meno dell’1% è cristiano, 600.000. Il 90% della popolazione è composto da buddisti. In Bangladesh i cristiani sono appena lo 0,3% (400.000) della popolazione di 150.000.000 abitanti, composta dal 60% di musulmani.
“Voglio anzitutto rendere omaggio ai fratelli e alle sorelle che hanno perso la vita per mano dei jihadisti a Dacca il 1° luglio 2016, comprese le vittime italiane, fra le quali vi era anche Simona Monti.”. Inizia così la conversazione fra ACS-Italia e il Cardinal Patrick D’Rozario, Arcivescovo di Dakka (Bangladesh). Il porporato parla della condizione delle minoranze e della minaccia terroristica nel giorno in cui viene consacrata ed inaugurata la chiesa di San Michele ad Harintana, piccola cittadina appartenente alla diocesi di Khulna.
I governi affrontino "la crisi provocata dallo sfollamento di massa delle persone". E' quanto ricorda il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin nel messaggio inviato al IX Global Forum su migrazioni e sviluppo, che si è conluso ieri a Dacca in Bangladesh.
Dopo il tragico attentato nella città bangladese di Dacca, avvenuto tra il 1° e il 2 luglio scorsi, la famiglia di una delle vittime, Simona Monti, uccisa durante la gravidanza, ha contribuito tramite ACS-Italia alla costruzione della chiesa di San Michele ad Harintana, piccola cittadina del Bangladesh meridionale appartenente alla diocesi di Khulna. Due giorni fa, martedì 27 settembre, è stata posta la prima pietra del nuovo luogo di culto.
Oggi in Italia piangiamo i nostri connazionali uccisi in Bangladesh da terroristi islamici. Guardando al futuro, dobbiamo vivere intimoriti da un nemico sfuggente e globalizzato, il cui obiettivo è rendere ogni pubblico ritrovo un potenziale bersaglio? Noi e i nostri familiari non possiamo far nulla, tranne confidare nella doverosa reazione dei responsabili politici?