Presto ci sarà “l'istituzione di un ‘Tavolo permanente’ di dialogo ebraico-cristiano, per rendere la comunicazione tra le due parti più rapida ed efficace, poter studiare insieme progetti di collaborazione su diversi temi e, soprattutto, poter procedere più agilmente, all’occorrenza, a delle comuni prese di posizione attraverso i mezzi di comunicazione”.
La Chiesa italiana, profondamente colpita dagli attacchi terroristici che hanno insanguinato Parigi, si stringe solidale alla Chiesa che è in Francia e a tutto il suo popolo.
Il dibattito sulle unioni civili in Italia torna vivo a qualche settimana dalla discussione nell’aula del Senato del cosiddetto ddl Cirinnà. E tocca al Presidente della Conferenza Episcopale Italiana capeggiare il fronte della difesa della famiglia.
Il Cardinale Bagnasco riconosce che il sì irlandese "fotografa una rivoluzione culturale che riguarda tutti", la Chiesa deve riflettere "per capire cosa correggere nell'approccio" ribadendo tuttavia che i cattolici credono "nella famiglia che nasce dall'unione stabile tra un uomo e una donna, potenzialmente aperta alla vita".
I temi sono tanti, dalle questioni sulla famiglia al problema del lavoro e della accoglienza di migranti fino, ovviamente, alla organizzazione del Giubileo e del Convegno di Firenze dove ancora una volta il Papa incontrerà la realtà della Chiesa in Italia.
Si concentrano soprattutto sui temi della famiglia, della scuola e del “gender” le prime reazioni delle realtà cattoliche alle parole del cardinale Angelo Bagnasco. Nelle parole – nette – del presidente della Conferenza episcopale italiana, il richiamo agli argomenti caldi che coinvolgono la società italiana e l’invito ad una veglia per la famiglia prima del sinodo. Invito fatto già proprio dalle realtà laicali.
Ci sono due “cardini”, la “famiglia” e il “lavoro”, senza i quali “la persona si trova senza identità e dignità, sente di non contare per nessuno e di essere inutile”. Peggio. “E’ lo sfascio non solo della persona ma anche della società; è in gioco non solo il benessere e l’economia, ma anche la coesione di una città e di un Paese”. Il cardinale Angelo Bagnasco non usa mezzi termini. “Sembra che i cattivi esempi, che ogni giorno escono da una specie di vaso di Pandora, se accertati congiurino per deprimere il popolo degli onesti” e portino “alla resa rispetto ad una vita laboriosa e a testa alta”.
"Il popolo degli onesti - ha osservato il porporato - deve assolutamente reagire senza deprimersi, continuando a fare con onestà e competenza il proprio lavoro ma anche protestando nei modi corretti contro questo malesempio che sembra essere un regime".