La differenza sta negli occhi dei bambini. Perché anche in Giordania, come in Libano, ne sono arrivati molti, con le loro famiglie, in fuga dal conflitto siriano. Ma in Libano vivono ancora nei campi profughi, sono ancora in cerca di una dimensione. In Giordania sono, invece, in case. Case spesso fatiscenti, ma pur sempre con una parvenza di focolare domestico.
Nelle case di Beirut, ci sono ancora le cicatrici della guerra che negli Anni Ottanta ha imperversato nella città. Se oggi il Libano è un laboratorio di convivenza, con una vita sociale e politica cadenzata e caratterizzata da una precisa suddivisione dei compiti politici tra maroniti, cattolici e musulmani. Ma l’equilibrio fragile è segnalato proprio dai fori dei proiettili che si trovano ancora nelle serrande di alcune case, o nei muri dei quartieri centrali.