Non si può scherzare con il male perché nessuno può sottrarsi al giudizio di Dio. Giovanni, il precursore di Cristo, si presenta come predicatore di penitenza e come messaggero di gioia. Egli desidera che il popolo a cui rivolge la sua predicazione si apra alla conversione e si salvi. La conversione è una cosa seria, che richiede un impegno profondo e una decisa volontà di dare una svolta positiva alla propria esistenza. Pertanto, la conversione si attua attraverso scelte concrete che Giovanni individua nella condivisione fraterna nella ricerca della giustizia e nella rinuncia alla violenza oppressiva, a cominciare dal proprio posto di lavoro e dalla propria professione.
“Non possiamo abbracciare l’oceano, ma possiamo entrare in esso: la Trinità non è soltanto un mistero e un articolo della nostra fede, è una realtà viva e palpitante”. Lo ha detto Padre Raniero Cantalamessa, Predicatore della Casa Pontificia, nella seconda Predica di Avvento alla presenza stamane del Papa e della Curia Romana.
“ E’ vero che il Natale, lo sappiamo tutti, tante volte si celebra non con tanta fede, si celebra anche mondanamente o paganamente; ma il Signore ci chiede di farlo con fede e noi, in questa settimana, dobbiamo chiedere questa grazia: di poter celebrarlo con fede. Non è facile custodire la fede, non è facile difendere la fede: non è facile”.
Nel tempo di Avvento la Chiesa ci presenta alcune figure che potremmo qualificare come i campioni dell’attesa: il Profeta Isaia, San Giovanni Battista, San Giuseppe, Maria Santissima.
“Amiamo Gesù Cristo, la Chiesa, il Papa”. E’ il titolo dato dall’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, mons. Vincenzo Bertolone, alla sua lettera pastorale per il tempo di Avvento. Un tempo che può essere, scrive, “non soltanto il tempo dell’attesa, nel corso del quale l’anima anela l’Amore agognato; ma anche il tempo atteso che, finalmente, giunge a compimento e alla sua pienezza con la nascita di Gesù il Cristo”.
Prepararsi al Natale costruendo la pace. E' quanto ha proposto il Papa, stamane, nell'omelia della Messa a Santa Marta.
Non solo una attesa ma un un invito “a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo, preparandoci all’incontro finale con Lui con scelte coerenti e coraggiose”.
In ogni celebrazione eucaristica, dopo la consacrazione, noi proclamiamo: Annunciamo la tua morte Signore proclamiamo la tua resurrezione nell’attesa della tua venuta. E dopo il Padre nostro, il sacerdote prega: …nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo.
Le settimane del periodo di Avvento – che si apre domani – rappresentano una opportunità per “intraprendere un cammino di vita davvero orientato ai poveri, a tutti i poveri, a tutte le forme di povertà che ci circondano”.
Ogni giorno, fino a Natale, un animale da scoprire con giochi, storie e pagine da colorare. Gioca, colora, leggi e sogna con gli animali del presepe. Aspettando il Natale di Edizioni Terra Santa, è frutto del lavoro congiunto di Roberta Russo, editor e traduttrice, impegnata da anni nella pubblicistica sui temi religiosi, e di Mariangela Mariotta, grafica da più di trent’anni, esperta di libri per bambini.
Nel Vangelo dell’Annunciazione l’Angelo del Signore spiega a Maria nel dettaglio il piano di Dio nei suoi confronti. “La risposta di Maria invece è una frase breve, che non parla di gloria o di privilegio, ma solo di disponibilità e di servizio: ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola. Anche il contenuto è diverso. Maria non si esalta di fronte alla prospettiva di diventare addirittura la madre del Messia, ma rimane modesta ed esprime la propria adesione al progetto del Signore”. Lo ha detto il Papa stamane all’Angelus, in occasione della IV Domenica di Avvento.
Il modo migliore per prepararci al Santo Natale consiste nella meditazione del testo dell’Annunciazione, che la chiesa propone nella quarta domenica di Avvento. Si tratta di un evento che accade a Nazareth, uno sperduto villaggio della Galilea, che poteva contare- così dicono gli archeologi – circa 150 abitanti e che vede coinvolta una giovane vergine di nome Maria. A lei, tuttavia, l’Angelo si rivolge chiamandola “piena di grazia”. Come accade in tante storie di vocazioni, Dio cambia il nome del chiamato e la vergine da Maria diviene “piena di grazia” cioè “Amata da Dio”.
Ogni anno la seconda e la terza domenica di Avvento sono dominate dalla figura di Giovanni Battista. Egli è il “trait-d’union” tra il passato e il futuro, tra il prima e il dopo. Domenica scorsa il Precursore ci è stato presentato come “il predicatore della penitenza”, oggi l’evangelista S. Giovanni lo presenta come “Testimone della Luce”. E la luce è Cristo. La qualifica di “testimone” viene ulteriormente spiegata quando Egli afferma di non essere il Messia, ma solo una “Voce” che prepara la Sua venuta.
Il Predicatore della Casa Pontificia, Padre Raniero Cantalamessa, ha tenuto stamane in Vaticano alla presenza di Papa Francesco la prima predica di Avvento sul tema «Tutto è stato fatto per mezzo di Lui e in vista di Lui».
Papa Francesco reitera l’impegno nel costruire un mondo senza armi nucleari, e rimarca ancora una volta la necessità di un impegno condiviso per contrastare il fenomeno del cambiamento climatico, collegandolo alla situazione delle popolazioni indiane colpite dal ciclone Okhi e alle alluvioni in Albania. Tutto questo al termine del consueto Angelus della domenica, tutto dedicato al tema del “vigilare" con cui si è cominciato l’Avvento.
La Chiesa in questa seconda domenica di Avvento propone alla nostra meditazione un brano del Vangelo di Marco che si apre con parole - Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio – che richiamano quelle del primo libro della Bibbia, la Genesi: In principio Dio creò il cielo e la terra (Gen 1.1). E’ evidente che utilizzando questo parallelismo l’evangelista intende sottolineare che, con la venuta tra noi del Figlio di Dio, il mondo, ha per così dire, un nuovo cominciamento. La frase: “Inizio del Vangelo…” può essere meglio tradotta con “Inizio della lieta notizia che consiste nel fatto che Gesù - quel Gesù che è nato nella povertà di Betlemme, che per trent’anni ha vissuto nel nascondimento di Nazareth, che è morto crocifisso per amore e che ha sconfitto la morte con la sua resurrezione - è il Figlio di Dio”.
Da domenica scorsa siamo entrati nel tempo di Avvento. Un tempo che prepara al Natale.
Ognuno di noi “è un germoglio di quella radice che deve crescere, crescere con la forza dello Spirito Santo, fino alla pienezza dello Spirito Santo in noi. E quale sarebbe il compito del cristiano? Semplicemente custodire il germoglio che cresce in noi, custodire la crescita, custodire lo Spirito”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della Messa mattutina a Santa Marta.
E’ iniziato il cammino dell’Avvento che culminerà con il Natale. Papa Francesco commenta la prima Domenica di Avvento durante l’Angelus odierno in Piazza San Pietro: “L’Avvento è il tempo che ci è dato per accogliere il Signore che ci viene incontro, per verificare il nostro desiderio di Dio, per guardare avanti e prepararci al ritorno di Cristo”.
Iniziamo oggi il tempo di Avvento. Con l’inizio di questo nuovo Anno Liturgico la Chiesa desidera riaccendere nei suoi figli il desiderio dell’attesa, rianimare la speranza e prepararli a celebrare degnamente la “venuta dolcissima - così scrive un monaco del Medio Evo – nella quale il Figlio di Dio, il più affascinante degli uomini, colui che era desiderato da tutte le genti, manifestò la sua presenza visibile nella carne, una presenza a lungo aspettata e ardentemente bramata da tutti i padri”.