La Curia Romana “non è solo uno strumento logistico e burocratico per la necessità della Chiesa universale”, ma è piuttosto “il primo organismo chiamato alla testimonianza, e proprio per questo acquista sempre più autorevolezza ed efficacia quando assume in prima persona le sfide della conversione sinodale alla quale anch’essa è chiamata”. Insomma, “l’organizzazione che dobbiamo attuare non è di tipo aziendale, ma di tipo evangelico”.
Parlando con gli officiali della Curia Romana, Papa Francesco sottolinea che la Chiesa non va giudicata “frettolosamente in base alle crisi causate dagli scandali di ieri e di oggi”, né questa crisi va letta “con le categorie di conflitto – destra e sinistra, progressisti e tradizionalista”, perché cosi si “polarizza, frammenta” e si tradisce la natura stessa della Chiesa. Per questo, la riforma della Chiesa non va pensata come “un rattoppo di un vestito vecchio”, o che venga dalla mera stesura di una nuova costituzione apostolica. E chiede a tutti il dono della “collaborazione generosa e appassionata nell’annuncio della Buona Novella soprattutto ai poveri”.