Il pericolo più grande, per gli uomini di Chiesa che lavorano in Curia, è quello del “demonio educato, che non viene facendo rumore, ma portando fiori”. Ed è per questo – si giustifica Papa Francesco – che a volte dice “cose che possono suonare dure e forti”, ma non perché “non creda nel valore della dolcezza e della tenerezza, ma perché è bene riservare le carezze agli affatica e agli oppressi e trovare il coraggio di affliggere i consolati”, perché – spiegava don Tonino Bello, citato dal Papa – “a volte la loro consolazione è solo l’inganno del demonio e non un dono dello Spirito Santo.
La Curia romana e il Governo della Chiesa cattolica devono tenere conto del cambiamento della società senza però perdere la Tradizione e l’identità.
Come Gesù che è venuto al mondo in un momento turbolento, anche questo è stato un anno turbolento, durante il quale la barca della Chiesa “ha vissuto e vive momenti difficili”, scossa dalle afflizioni rappresentate da abusi e infedeltà e dalla “contro-testimonianza” degli scandali dei figli della Chiesa, ma anche confortata da gioie come il Sinodo dei giovani e le riforme in corso, ma anche ai tanti che operano per il regno di Dio, ai parroci "dimenticati dai mass media", senza i quali prevarrebbe il buio, perché “lo scandalo di alcuni” non può offuscare la luce della Chiesa, e "nessun peccato è più grande della misericordia di Dio".