Morti a causa della loro fede, e per questo da riconoscere come martiri della Chiesa Cattolica. Non ha dubbi il Cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo (Sri Lanka), che ha chiesto che il prossimo 21 aprile, a cinque anni dagli attentati di Pasqua, venga aperto il processo per il riconoscimento del martirio di 216 delle 269 vittime, uccise mentre andavano in chiesa.
A tre anni dagli attentati di Pasqua, la comunità srilankese, accompagnata dal Cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, incontra Papa Francesco, che sottolinea: “Di fronte all’orrore e all’assurdità di certi atti, che sembra impossibile siano commessi da uomini, appare evidente l’opera del Maligno”.
Papa Francesco ha scritto al Cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, per esprimergli solidarietà nei suoi tentativi di cercare giustizia per le vittime degli atacchi di Pasqua. Da tempo, il Cardinale è impegnato in una battaglia per la verità, e non ha avuto timore a chiamare in causa il governo e chiedendo di chiarirne le corresponsabilità nel non fermare gli attacchi che a Pasqua 2019 hanno causato quasi cinquecento morti.
Ci sono ancora, negli occhi della comunità cattolica dello Sri Lanka, le immagini degli attentati di Pasqua, le centinaia di vittime, il sangue nelle chiese, le chiese chiuse. Ma ci sono anche gli occhi orgogliosi del Cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo di Colombo, che subito la strage ha invitato a non riversare odio, ma riconciliazione, e che nell’annuale incontro per i malati alla Basilica di Tewatte, porta una corna in dono a Nostra Signora dello Sri Lanka. Una immagine che commuove il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana.