Undici nuovi arresti di sacerdoti in Nicaragua nel fine settimana, e poi un altro nel corso della settimana appena trascorsa, segnano la recrudescenza della persecuzione contro la Chiesa in Nicaragua. Il regime di Ortega, prima dell’espulsione di tutti i diplomatici vaticani, aveva eliminato la posizione del decano del Corpo Diplomatico, che spetta alla Santa Sede per il diritto di decananza stabilito sin dal Congresso di Vienna, e aveva espulso in maniera improvvisa e violenta il nunzio, l’arcivescovo Waldemar Sommertag. Inizialmente, la Chiesa Cattolica aveva partecipato anche al dialogo nazionale, ma poi era andata incontro a contestazioni del governo che la accusava di essere troppo a favore del popolo.
Dopo l’arresto di un vescovo (Álvarez di Matagalpa) e di vari sacerdoti, la chiusura delle università cattoliche, il blocco di diversi media legati alla Chiesa cattolica, il regime di Daniel Ortega in Nicaragua colpisce la Chiesa bloccando l’accesso ai conti correnti di diverse diocesi e parrocchie, a partire dall’arcidiocesi di Managua. Al momento, non ci sono dichiarazioni ufficiali della Chiesa nicaraguense riguardo la situazione, che rischia di condannare le diocesi alla “morte finanziaria”.