Con una decisione unilaterale cinese, il vescovo Giuseppe Shen Bin di Haimen è stato trasferito alla diocesi di Shanghai, dove si è insediato lo scorso 4 aprlle. La Santa Sede non aveva ancora nominato un successore del vescovo di Shanghai Aloysius Jin Luxian, morto nel 2013 mentre il suo ausiliare Thaddeus Ma Daqin, è agli arresti domiciliari dal 2012. Per ora, non c’è stato alcun commento ufficiale da parte vaticana, mentre Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha fatto semplicemente sapere che “la Santa Sede era stata informata pochi giorni fa della decisione delle autorità cinesi” di trasferire il vescovo, e “ha appreso dai media dell’avvenuto insediamento”..
Ci sono due eventi chiave per la Chiesa cinese nel 2007: l’ordinazione episcopale di Giuseppe Li Shan, nominato arcivescovo di Pechino con l’approvazione della Santa Sede, e la morte dell’arcivescovo Fue Tieshan, che fu una figura chiave della Chiesa patriottica legata a Pechino. La scelta di Li Shan fu, allora, un segno di buona volontà da parte del governo cinese e anche della Santa Sede, che arrivavano ad un accordo su un vescovo ufficiale, ma non così duro nelle posizioni pubbliche. Ora, il governo di Pechino celebra il vescovo Li Shan con una mostra che sembra voler piuttosto riaffermare la sua posizione decisionale.
C’è una delegazione vaticana in Cina, per discutere il rinnovo dell’accordo tra Pechino e Santa Sede sulla nomina dei vescovi. Il negoziato – presumibilmente l’ultimo prima di una eventuale firma - è cominciato il 28 agosto e continuerà fino al 2 settembre. Che, però, tutto porti ad un rinnovo dell’accordo lo testimonia la scelta del nuovo capo dell’Associazione Patriottica in Cina.