L’immagine che colpisce è quella del Cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere pontificio, in preghiera di fronte alla fosse comuni di Izyum in Ucraina, immagine che si aggiunge a quelle delle visite dello stesso Krajewski e dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri” vaticano, nei luoghi dell’orrore di Bucha. Negli scorsi giorni è stata in Ucraina anche una delegazione della Conferenza Episcopale Francese, guidata dal presidente, l’arcivescovo Eric de Moulins-Beaufort, arrivata a Kyiv e raccoltasi in preghiera a Bucha e Irpin per “mostrare la solidarietà e la fraternità della Conferenza Episcopale Francese.
“Sono il vescovo di padre Hamel”: Si presenta così l’arcivescovo Dominique Lebrun di Rouen, a chi gli chiede della sua diocesi. E tutti comprendono. Succede dal 26 luglio 2016, quando padre Jacques Hamel, 85 anni, fu ucciso da due giovani militanti islamici, sgozzato durante la celebrazione della Messa. Non è morto senza ragione, padre Jacques. Ora, c’è un processo di beatificazione in corso, di cui si è conclusa la fase diocesana. Ma, soprattutto, ci sono migliaia di pellegrini che giungono ogni anno a Rouen, alla chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, dove il sacerdote è stato ucciso.