È stato dal Papa lo scorso 10 novembre, e ha sicuramente riportato della situazione in Ucraina. Lo può fare con una certa libertà. Perché Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Comunità Greco-Cattolica ucraina, conosce il Papa dai tempi in cui questi era il Cardinale Bergoglio e l’altro il responsabile della comunità greco-cattolica di Argentina. Da quando è scoppiato il conflitto, l’arcivescovo Shevchuk è stato una voce forte del suo popolo. E la prima settimana di novembre è stato con il Consiglio delle Chiese ad Est dell’Ucraina, in una zona grigia che racconta molto della guerra dimenticata che sta avendo luogo in Ucraina.
Papa Francesco ha ricevuto in udienza il Sinodo Permanente della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina guidato da Svjatoslav Ševčuk, Arcivescovo Maggiore di Kyïv-Halyč.
Sviluppare un percorso di riconciliazione tra fratelli. Un percorso ecumenico, teologico, basato sulla verità e sulla giustizia. È la proposta dell’Arcivescovo Maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco-Cattolico Ucraina. In una intervista con ACI Stampa, l’arcivescovo maggiore (a Roma in vista del Sinodo permanente della Chiesa greco cattolica) analizza la portata della dichiarazione congiunta di Papa Francesco e il Patriarca Kirill. Ne mette in luce gli snodi critici evidenziati dai suoi fedeli, che riferirà al Papa. E ci tiene a sottolineare che “la comunione con il successore di Pietro non toglie niente alla ricchezza della tradizione orientale. Anzi! La fa crescere, perché ci dischiude dal provincialismo. Dallo stretto nazionalismo. Veramente ci apre gli orizzonti universali della Chiesa di Cristo!”