C’è una provocazione, un filo rosso che collega l’incontro sui settanta anni della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo organizzato dalla Santa Sede alla Pontificia Università Gregoriana e la conferenza sul settantesimo della Dichiarazione organizzata alla Pontificia Università Lateranense: settanta anni dopo, si potrebbe cominciare a ragionare su come ripensare i diritti dell’uomo.
La Santa Sede alle Nazioni Unite, una settimana densa di interventi. Tra New York e Ginevra, gli Osservatori Permanenti della Santa Sede Bernardito Auza e Ivan Jurkovic hanno portato la posizione della diplomazia pontificia sui temi dello sviluppo, dei diritti dei rifugiati e delle donne, e sulla pace. Si prepara, intanto, un evento organizzato dalla Santa Sede presso il Palazzo di Vetro di New York: il tema è “L’altro è un bene per me: il ruolo del dialogo interreligioso e interculturale nell’affrontare violenza e conflitto e nel costruire una pace duratura nel mondo di oggi”.
Da cinque anni, la Santa Sede è membro dell’International Organization for Migrations, rappresentata attualmente nell’organismo dall’arcivescovo Ivan Jurkovic, Osservatore permanente della Santa Sede presso l’ufficio ONU di Ginevra. Dopo aver delineato l’impegno della Santa Sede nell’organizzazione, il diplomatico vaticano racconta quali sono le attuali priorità sul tema delle migrazioni. E spiega quale sarà l’ipegno della Santa Sede.
Un miliardo di persone in movimento, 250 milioni di migranti. Le cifre del fenomeno migratorio sono incredibili, e sempre in crescita. Da sempre, la Santa Sede ha una sollecitudine particolare per le popolazioni migranti. E dal 2011 è diventata membro dell’International Organization for Migration, un osservatorio privilegiato per comprendere ed affrontare il fenomeno migratorio. Rappresentante della Santa Sede allo IOM è l’arcivescovo Ivan Jurkovic, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’ufficio ONU di Ginevra e altri organismi particolari. In una intervista esclusiva con ACI Stampa, il diplomatico vaticano racconta il lavoro che la Santa Sede porta avanti allo IOM. E delinea qualche sfida futura.
È l’ennesimo appello a cancellare il debito ai Paesi poveri quello lanciato dalla Santa Sede all’UNCTAD, ovvero alla conferenza delle Nazioni Unite su commercio e sviluppo che si tiene in questi giorni a Nairobi. In un intervento del 19 luglio, l’arcivescovo Ivan Jurkovic, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, lancia ancora una volta il tema, sottolineando – tra le altre cose – anche il ruolo fondamentale dell’agricoltura, il problemi del commercio in tempi di crisi e la necessità di proporre politiche economiche innovative.