Un terzo delle diocesi di Cina sono vacanti, ma la priorità è quella di dare un coadiutore al vescovo di Pechino, che pure è lontano dall’età della pensione. Il prossimo 25 ottobre, così, Matteo Zhen Xuebin, 54 anni, sarà ordinato vescovo e nominato coadiutore – cioè con diritto di successione – dell’arcivescovo di Pechino Giuseppe Li Shan, che guida la comunità cattolica della capitale cinese dal 2007.
Dopo la visita del vescovo di Hong Kong Stephan Chow a Pechino lo scorso aprile, da oggi è l’arcivescovo di Pechino Giuseppe Li Shan a restituire la visita, in quello che si dimostra essere un ponte molto ben delineato tra la diocesi di Hong Kong e Pechino, tra la parte della Chiesa cinese storicamente più indipendente e la Chiesa più legata al governo. L’arcivescovo Giuseppe Li Shan di Pechino sarà ad Hong Kong cinque giorni, per un viaggio che sembra l’ennesimo ponte gettato alla Cina dalla Santa Sede, durante il quale vedrà, secondo l’annuncio, “il Cardinale Chow e diversi officiali della Chiesa di Hong Kong”.
Ci sono due eventi chiave per la Chiesa cinese nel 2007: l’ordinazione episcopale di Giuseppe Li Shan, nominato arcivescovo di Pechino con l’approvazione della Santa Sede, e la morte dell’arcivescovo Fue Tieshan, che fu una figura chiave della Chiesa patriottica legata a Pechino. La scelta di Li Shan fu, allora, un segno di buona volontà da parte del governo cinese e anche della Santa Sede, che arrivavano ad un accordo su un vescovo ufficiale, ma non così duro nelle posizioni pubbliche. Ora, il governo di Pechino celebra il vescovo Li Shan con una mostra che sembra voler piuttosto riaffermare la sua posizione decisionale.