Quando l’ISIS arrivò alle porte di Mosul, caricò la sua automobile di antichi manoscritti, e fece un viaggio noturno fino ad Erbil per salvare prima di tutto le radici. Poi, è diventato arcivescovo di Mosul, con il compito, appunto, di ricostruire a partire dalle radici una comunità ferita, come un novello Giona di Ninive. Quest’anno, Najeeb Michaeel, domenicano, alla guida di quella che era diventata una diocesi inesistente e annientata dall’ISIS, è stato tra i candidati al Premio Sacharov, e addirittura uno dei tre finalisti.