C’erano circa 2 mila fedeli a riempire lo scorso 10 dicembre la chiesa di St. Sulpice, la seconda più grande di Parigi dopo la cattedrale di Notre-Dame. Tanti fedeli per una occasione speciale, che si è trasformato nel grande abbraccio del popolo dell’arcidiocesi al suo arcivescovo, Michel Aupetit, travolto da varie accuse a mezzo stampa, le cui dimissioni sono state accettate da Papa Francesco “sull’altare dell’ipocrisia”, come lo stesso pontefice ha detto in aereo di ritorno dalla Grecia.
Dura condanna di Papa Francesco per il “chiacchiericcio” che portato l’arcivescovo di Parigi Aupetit a dimettersi. Dimissioni, spiega, che lui ha accettato “non sull’altare della verità, ma dell’ipocrisia”. Ma il Papa parla anche di un prossimo incontro con il Patriarca di Mosca Kirill, che ci sarà “presto”; prende posizione sulle linee guida UE (poi ritirate) che chiedevano l’abolizione, tra le altre, della parola “Natale” e che definisce “frutto di una laicità annacquata”. Attacca la civiltà dei muri e del filo spinato, che “naufraga” insieme ai barconi nel Mediterraneo. Va a fondo nella questione del dialogo con gli ortodossi in Grecia, a partire dalla richiesta di perdono che ha fatto nel suo discorso di fronte al Santo Sinodo.
Sarà in una cattedrale vuota, ma il cui cantiere per la ricostruzione continua alacremente, che il coro di Notre-Dame eseguirà il tradizionale concerto di Natale. In quello che sarà il terzo evento in cattedrale dopo l’incendio del 15 aprile 2019, mentre i ponteggi esterni sono stati rimossi, il concerto di Natale segnala che la cattedrale sta riprendendo vita. E intanto si discute su come dovrà essere la ricostruzione: se dovrà essere tutto come era prima o se ci potrà essere qualcosa di nuovo.