"Fratelli e sorelle preghiamo per la pace. Oggi presto al mattino ho ricevuto le statistiche dei morti in Ucraina, è terribile..la guerra non perdona,la guerra è una sconfitta, preghiamo per la pace, che il Signore la dia a tutti noi".
Nell'Udienza generale di oggi, durante i saluti in lingua italiana, il primo pensiero del Papa è per la Giornata Mondiale del Rifugiato che si celebra domani. E come sempre un pensiero per la pace.
"Oggi, primo maggio, con tutta la Chiesa facciamo memoria di san Giuseppe Lavoratore ed iniziamo il mese mariano. Pertanto, a ciascuno di voi vorrei riproporre la santa Famiglia di Nazaret come modello di comunità domestica: comunità di vita, di lavoro e di amore. E poi non dimentichiamo di pregare per la pace, preghiamo per i popoli che sono vittime della guerra, la guerra sempre è una sconfitta, pensiamo alla martoriata Ucraina, pensiamo agli abitanti di Palestina e Israele che sono in guerra, pensiamo ai Rohinja e al Myanmar, chiediamo la vera pace per questi popoli e il mondo. Purtroppo oggi gli investimenti che danno più reddito sono le fabbriche delle armi, ma è terribile guadagnare con la morte".
Alla fine dell'Udienza generale di oggi il Papa saluta in varie lingue i fedeli presenti in Piazza San Pietro. Nei saluti in lingua polacca ricorda il decimo anniversario dellacanonizzazione di San Giovanni Paolo II. In quelli in lingua italiana il Pontefice lancia l'ennesimo appello in favore della pace.
Durante l’urbi et orbi di Pasqua, Papa Francesco aveva fatto un appello per la liberazione dei prigionieri di guerra in Ucraina e Russia, secondo la formula del “tutti per tutti”. Adesso, riprendendo il tema dei prigionieri di guerra al termine dell’udienza generale del mercoledì, aggiunge una preghiera particolare per i prigionieri di guerra che sono torturati.
"Il mio pensiero va alla martoriata Ucraina e alla Palestina, Israele...che il Signore ci dia la pace, la guerra è dappertutto, non dimentichiamo il Myanmar, chiediamo al Signore la pace, questi fratelli e sorelle soffrono tanto in questi posti di guerra. Preghiamo insieme per la pace!".Ancora un appello, ancora una volta, da parte di Papa Francesco per dire basta alla guerra. Il Pontefice chiede di pregare insieme per la pace alla fine di questa udienza generale.
Nonostante la voce bassa e affaticata a causa dell'influenza, il Papa legge l'ultimo discorso dell'Udienza Generale di oggi. Quello in lingua italiana, dedicato agli appelli. Il pensiero del Papa è per il trattato sulla messa al bando delle mine antipersona che compie 25 anni il prossimo 1 marzo
“Domani, in Italia, si celebra la Giornata Nazionale Vittime Civili di Guerra. Al ricordo orante per quanti sono deceduti nei due conflitti mondiali, associamo anche i tanti – troppi – civili, vittime inermi delle guerre che purtroppo insanguinano ancora il nostro pianeta, come accade in Medio Oriente e in Ucraina. Il loro grido di dolore possa toccare i cuori dei responsabili delle Nazioni e suscitare progetti di pace”. Questo è l’appello di Papa Francesco nel saluto in lingua italiana dell’Udienza generale.
“La guerra stessa è una negazione dell’umanità”. Papa Francesco lo ribadisce al termine dell’udienza generale, con una riflessione che parte dalla Giornata delle Memoria che si celebra il prossimo 27 gennaio e che arriva alla richiesta, l’ennesima, di pregare per la pace, con uno sguardo speciale in Terrasanta e uno particolare alla martoriata ucraina.
Durante i saluti in lingua italiana sono tanti i pensieri di Papa Francesco.
Anche durante la prima udienza generale di questo 2024 Papa Francesco non dimentica i popoli che soffrono a causa della guerra e delle persecuzioni.
Ancora un appello per la pace e per la fine di tutte le guerre da parte di Papa Francesco. Al termine dell’udienza generale, dopo aver salutato i pellegrini (sacerdoti e seminaristi focolarini, parrocchie di Supino e San Vito dei Normanni), e aver chiesto che “il bambino di Betlemme doni la sua luce a tutti voi perché possiate ispirare al Vangelo le vostre azioni”, Papa Francesco ha ribadito il suo appello per la pace.
Durante i saluti in lingua italiana il Papa rivolge alcuni appelli. Il primo pensiero va alla Slovenia e alla Georgia, colpite da disastri naturali."Negli ultimi giorni drammatici fenomi naturali si sono verificati in Slovenia e in Georgia, causando morti e distruzioni materiali, esprimo vicinanza spirituale alle famiglie e a coloro che soffrono per questo disastro e grazie per chi ha offerto assistenza in particolare ai volontari", dice il Papa nel suo appello.
Durante i saluti in lingua italiana il Papa lancia due appelli. Uno in favore dello sport, l'altro sempre per la fine del conflitto in Ucraina- Russia e in particolare un pensiero alle mamme che soffrono per la perdita dei proprio figli in guerra.
Ancora un appello per l’Ucraina da Papa Francesco. Nel giorno in cui si comincia ad indagare sul lancio di due missili in territorio polacco, mentre continuano gli attacchi della Russia sul territorio ucraino, il Papa per due volte, nei saluti in lingua italiana al termine della catechesi del mercoledì, ritorna sulla situazione in Ucraina.
Al termine dell’udienza generale, Papa Francesco ha chiesto preghiere per il popolo di Haiti, ricordando la tremenda esplosione di una cisterna che trasportava gasolio a Cap-Haitien, la seconda città del Paese, ha causato almeno 62 vittime, tra cui molti bambini.
Un viaggio “alle sorgenti della fede”, ma anche per “avvicinare una umanità ferita nella carne”. Papa Francesco, dopo l’udienza generale, ricorda che domani partirà per Cipro e Grecia. Ma oggi ricorre anche la Giornata Mondiale contro l’AIDS. E non può mancare un appello sulla questione delle cure, tema su cui la Chiesa è da sempre in prima linea.
Durante l'Udienza Generale il Papa lancia due appelli molto importanti, uno per ricordare l'appuntamento di domani per la Prima Giornata nazionale italiana di preghiera per le vittime di abusi e l'altro per esprimere la sua vicinanza ai lavoratori di Borgo Valbelluna, dove in questi giorni c'è stata una grande manifestazione a difesa dei due stabilimenti per chiedere di salvare l'industria e l'identità della Valbelluna, in Veneto.