Nei confronti dei Paesi dell’Est europeo, San Giovanni Paolo II non abbandonò la linea diplomatica che era stata portata avanti fino a quel momento. Piuttosto, la arricchì con un vigoroso lavoro a favore dei diritti dell’uomo. “Per il Papa – spiega il Cardinale Audrys Backis, arcivescovo emerito di Vilnius – l’azione diplomatica rimase un semplice, ma utile, strumento al servizio della sua missione di pastore universale”.
Come Giovanni Paolo II ha superato le difficoltà della vita basandosi sulla potenza di Cristo morto e risorto, così i giovani sono chiamati, alla scuola del Papa polacco, di “entrare in Cristo con tutta la vostra vita”: lo dice Papa Francesco in un videomessaggio specialmente indirizzato ai giovani dell’arcidiocesi di Cracovia in occasione del centenario della nascita.
Un Papa che ha cambiato il mondo, che ha avuto l’impatto dei grandi leader. Un Papa che può essere considerato tra i padri della Polonia. Ma soprattutto, un Papa che aveva “una incrollabile fede in Dio” e che anche in tempi difficili “non ha mai perso la convinzione della grandezza e della dignità dell’uomo, non ha mai rinunciato alla speranza”. Così il Cardinale Stanislao Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia e per decenni segretario di San Giovanni Paolo II, descrive il Papa polacco nel centenario della sua nascita.