Cristo “è l’Alfa e l’Omega, l’inizio e il compimento della storia; e la liturgia odierna si concentra sull’omega, cioè sul traguardo finale. Il senso della storia lo si capisce tenendo davanti agli occhi il suo culmine: la fine è anche il fine”. Lo ha detto il Papa introducendo stamane la preghiera dell’Angelus in occasione della Solennità di Cristo Re.
Papa Francesco invita a prendersi cura dei poveri, risponde alle critiche di chi dice che i preti devono parlare di vita eterna e non di poveri perché "i poveri sono al centro del Vangelo", e chiede a tutti di ricordare che Gesù ci dice che lui è stesso è il povero che ha bisogno.
“Gesù ci vuole dire che dobbiamo essere preparati all’incontro con Lui. Non solo all’incontro finale, ma anche all’impegno di ogni giorno in vista di quell’incontro, per il quale non basta la lampada della fede, occorre anche l’olio della carità e delle opere buone”.
“In questa solenne festa di Tutti i Santi, la Chiesa ci invita a riflettere sulla grande speranza, che si fonda sulla risurrezione di Cristo e anche noi saremo con Lui. I Santi e i Beati sono i testimoni più autorevoli della speranza cristiana, perché l’hanno vissuta in pienezza nella loro esistenza, tra gioie e sofferenze, attuando le Beatitudini”. Lo ha detto il Papa, stamane, introducendo la preghiera mariana dell’Angelus.
“Gli interlocutori di Gesù sono convinti che non ci sia un’alternativa alla loro interrogazione: o un “sì” o un “no”. Ma Egli conosce la loro malizia e si svincola dal trabocchetto” e “si pone al di sopra della polemica”. Papa Francesco commenta così il passo del vangelo di oggi
“Con il racconto della parabola del banchetto nuziale” si definisce “il progetto che Dio ha pensato per l'umanità, e la storia del re che fece una festa di nozze per il suo figlio è immagine del Padre che ha predisposto per tutta la famiglia umana una meravigliosa festa di amore e di comunione intorno al suo Figlio Unigenito”. Lo ha detto il Papa introducendo stamane la preghiera dell’Angelus.
Nell'Angelus di oggi il Papa riprende interamente la parabola di Gesù dei vignaioli omicidi raccontata nel Vangelo odierno.
"L’obbedienza non consiste nel dire sì o no, ma nell’agire, nel coltivare la vigna, nel realizzare il Regno di Dio. Con questo semplice esempio, Gesù vuole superare una religione intesa solo come pratica esteriore e abitudinaria, che non incide sulla vita e sugli atteggiamenti delle persone". E' questo il cuore dell'Angelus odierno di Papa Francesco, che dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano ripercorre il Vangelo di oggi, la parabola dei due figli.
Il Vangelo di oggi “parla della correzione fraterna, e ci invita a riflettere sulla duplice dimensione dell’esistenza cristiana: quella comunitaria, che esige la tutela della comunione, e quella personale, che impone attenzione e rispetto per ogni coscienza individuale”. Lo ha detto il Papa, stamane, introducendo la preghiera mariana dell’Angelus.
"Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua". E' in questa frase che si può riassumere il cuore dell'Angelus odierno del Papa. Ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro il Papa spiega il senso del Vangelo di oggi. "Di fronte alla prospettiva che Gesù possa fallire e morire in croce, lo stesso Pietro si ribella e gli dice: Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai!. Crede in Gesù, lo vuole seguire, ma non accetta che la sua gloria passi attraverso la passione".
Il brano evangelico che narra come Gesù abbia camminato sulle acque ci invita “ad abbandonarci con fiducia a Dio in ogni momento della nostra vita, specialmente nel momento della prova e del turbamento. Quando sentiamo forte il dubbio e la paura e ci sembra di affondare, non dobbiamo vergognarci di gridare, come Pietro: Signore, salvami! Bussare al cuore di Gesù… È una bella preghiera che possiamo ripetere tante volte. E il gesto di Gesù, che subito tende la sua mano e afferra quella del suo amico, va contemplato a lungo: Gesù è questo, fa questo: è la mano del Padre che mai ci abbandona; la mano forte e fedele del Padre, che vuole sempre e solo il nostro bene”. Lo ha detto il Papa, stamane, introducendo la preghiera mariana dell’Angelus.
Nell'Angelus odierno il Papa riprende il Vangelo di questa domenica che ci presenta il prodigio della moltiplicazione dei pani.
Nell'Angelus di oggi il Papa ripercorre il brano evangelico odierno, Gesù intento a parlare alla folla in parabole del Regno dei cieli. Papa Francesco si affaccia alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano e riprende il racconto di Gesù sul grano e la zizzania. Attraverso questa parabola "Gesù ci fa conoscere la pazienza di Dio, aprendo il nostro cuore alla speranza".
La parabola del seminatore è “la madre di tutte le parabole”, perché “parla dell’ascolto della Parola”. E “ognuno di noi è un terreno su cui cade il seme della Parola, nessuno escluso”. Così Papa Francesco commenta il Vangelo del giorno, affacciato dalla finestra dello studio del Palazzo Apostolico.
“La vera saggezza viene dal cuore, se hai il cuore chiuso non sei saggio. I misteri di suo Padre, Gesù li dice rivelati ai piccoli, a quanti cioè si aprono con fiducia alla sua Parola di salvezza, sentono il bisogno di Lui e attendono tutto da Lui. Poi, Gesù spiega che ha ricevuto tutto dal Padre. Lo chiama Padre mio, per affermare l’unicità del suo rapporto con Lui. Infatti, solo tra il Figlio e il Padre c’è totale reciprocità: l’uno conosce l’altro, l’uno vive nell’altro”. Lo ha detto il Papa nell’Angelus domenicale di oggi, recitato dal Palazzo Apostolico.
Dopo la Messa in Basilica, Papa Francesco continua la Solennità dei Santi Pietro e Paolo con la preghiera mariana dell'Angelus. Il Pontefice si affaccia alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro. "Ed è un dono ritrovarci a pregare qui, vicino al luogo in cui Pietro morì martire ed è sepolto", dice il Papa.
“Quando l’amore verso i genitori e i figli è animato e purificato dall’amore del Signore, allora diventa pienamente fecondo e produce frutti di bene nella famiglia stessa e molto al di là di essa”. Papa Francesco commenta così il Vangelo proposto oggi nella liturgia.
Nell'Angelus di oggi, dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Francesco commenta il Vangelo di questa domenica, il discorso che Gesù rivolge ai suoi discepoli invitandoli a non avere paura, ad essere forti e "fiduciosi di fronte alle sfide della vita, preavvisandoli delle avversità che li attendono"
“L’azione delle tre Persone divine è tutta un unico disegno d’amore che salva l’umanità e il mondo. E’ un disegno di salvezza, Dio ha creato il mondo buono e bello, ma il mondo è segnato dal male e dalla corruzione, noi uomini e donne siamo peccatori, tutti; pertanto, Dio potrebbe intervenire per giudicare il mondo, per distruggere il male e castigare i peccatori. Invece, Egli ama il mondo, nonostante i suoi peccati; Dio ama ciascuno di noi anche quando sbagliamo e ci allontaniamo da Lui. Dio Padre ama talmente il mondo che, per salvarlo, dona ciò che ha di più prezioso: il Figlio unigenito, il quale dà la sua vita per gli uomini, risorge, torna al Padre e insieme a Lui manda lo Spirito Santo. La Trinità è dunque Amore, tutta al servizio del mondo, che vuole salvare e ricreare”. Lo ha detto il Papa, stamane, in occasione della Santissima Trinità, introducendo la preghiera dell’Angelus.
“Oggi era previsto il passaggio della Croce dai giovani di Panamá a quelli di Lisbona.