Introducendo l’Angelus domenicale Papa Francesco riprende il testo del Vangelo di oggi spiegando che il Signore non si mette “a fare catastrofismo” ma “vuole farci capire che tutto in questo mondo, prima o poi, passa”. Non passerà invece la sua Parola.
Papa Francesco nell'Angelus di oggi parla ai fedeli della scena descritta dal Vangelo della Liturgia odierna, quella che si svolge all’interno del Tempio di Gerusalemme. Francesco, affacciandosi alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano, commenta: "Gesù guarda ciò che succede in questo luogo, il più sacro di tutti, e vede come gli scribi amino passeggiare per essere notati, salutati e riveriti, e per avere posti d’onore. Nello stesso tempo, i suoi occhi scorgono un’altra scena: una povera vedova, proprio una di quelle sfruttate dai potenti, getta nel tesoro del Tempiotutto quanto aveva per vivere. Il Vangelo ci mette davanti questo stridente contrasto: i ricchi, che danno il superfluo per farsi vedere, e una povera donna che, senza apparire, offre tutto il poco che ha".
Gioia e profezia, sono queste le due parole che segnano la festa di oggi per Papa Francesco.
Papa Francesco subito dopo aver presieduto la Messa per i due nuovi vescovi si affaccia alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini riuniti in Piazza San Pietro. "Il Vangelo della Liturgia odierna racconta che due discepoli, Giacomo e Giovanni, chiedono al Signore di sedere un giorno accanto a Lui nella gloria, come fossero primi ministri o una cosa del genere. Ma gli altri discepoli li sentono e si indignano. A questo punto Gesù, con pazienza, offre loro un grande insegnamento: la vera gloria non si ottiene elevandosi sopra gli altri, ma vivendo lo stesso battesimo che Egli riceverà, di lì a poco, a Gerusalemme", dice subito il Papa.
L’incontro tra Gesù e il giovane ricco fa capire come la religiosità di quest’ultimo sia intesa come “un dovere, un fare per avere. Ma questo è un rapporto commerciale con Dio, un do ut des. La fede, invece, non è un rito freddo e meccanico, un devo-faccio-ottengo. È questione di libertà e di amore”. Lo ha detto Papa Francesco introducendo la preghiera mariana dell’Angelus.
"Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti". Nell'Angelus di oggi il Papa riflette su questa frase di Gesù. In Piazza San Pietro, il Pontefice commenta: "Mediante questa frase lapidaria, il Signore inaugura un capovolgimento: rovescia i criteri che segnano che cosa conta davvero. Il valore di una persona non dipende più dal ruolo che ricopre, dal successo che ha, dal lavoro che svolge, dai soldi in banca; no, la grandezza e la riuscita, agli occhi di Dio, hanno un metro diverso: si misurano sul servizio. Non su quello che si ha, ma su quello che si dà".
“Ma io chi sono davvero per te? Chi sono per te?” A questa domanda risponde Papa Francesco nella omelia della messa che conclude il Congresso Eucaristico a Budapest questa mattina, la Statio Orbis.
Prendendo spunto dal brano evangelico odierno che narra come Gesù guarisce un sordomuto il Papa – introducendo la preghiera dell’Angelus – ha osservato che “tutti abbiamo gli orecchi, ma tante volte non riusciamo ad ascoltare. C’è una sordità interiore, che oggi possiamo chiedere a Gesù di toccare e risanare. È peggiore di quella fisica, è la sordità del cuore”.
Nell'Angelus odierno in Piazza San Pietro, Papa Francesco prende subito spunto dalla Liturgia di oggi e raccomanda di non lasciarsi andare alle lamentele perchè "non è cristiano", ma di avere una fede che arrivi al cuore. Al termine della recita dell'Angelus un forte appello per la pace in Afghanistan.
Il Magnificat “è come una “fotografia” della Madre di Dio” e l’umiltà è “il segreto di Maria”.
“Per vivere c’è bisogno di pane. Chi ha fame non chiede cibi raffinati e costosi, ma pane. Chi è senza lavoro non chiede stipendi enormi, ma il pane di un impiego. Gesù si rivela come il pane, cioè l’essenziale, il necessario per la vita di ogni giorno. Non un pane tra tanti altri, ma il pane della vita”. Lo ha detto il Papa, stamane, introducendo la preghiera mariana dell’Angelus.
Papa Francesco guida anche questa domenica la recita dell'Angelus dalla Piazza di San Pietro e inizia subito a commentare la Liturgia odierna, le barche in movimento verso Cafarnao e la folla che sta andando a cercare Gesù.
Proviamo a metterci al posto di quel ragazzo cui viene chiesto di sfamare una moltitudine con pochi pani e pesci. Da questa riflessione parte Papa Francesco per commentare il brano del Vangelo di oggi, la moltiplicazione dei Pani e dei pesci.
Papa Francesco torna ad affacciarsi e a benedire i fedeli dalla finestra del Palazzo Apostolico in Vaticano. E' il primo Angelus a San Pietro dopo il ricovero all'Ospedale Gemelli.
Il tema dell’incredulità è al centro della riflessione offerta stamane ai fedeli da Papa Francesco in occasione della recita dell’Angelus.
“La malattia più grande della vita è la mancanza di amore, è non riuscire ad amare. E la guarigione che più conta è quella degli affetti. Ma come trovarla?”. Papa Francesco lo ha detto questa mattina nella meditazione prima della preghiera dell’ Angelus commentando il passo evangelico proposto dalla liturgia.
Gesù “parlava in modo facile da capire e ci insegna che anche le cose di ogni giorno, quelle che a volte sembrano tutte uguali e che portiamo avanti con distrazione o fatica, sono abitate dalla presenza nascosta di Dio: hanno un significato. Allora, abbiamo bisogno pure noi di occhi attenti, per saper cercare e trovare Dio in tutte le cose”. Lo ha detto stamane il Papa introducendo la preghiera mariana dell’Angelus.
"È così, con semplicità, che Gesù ci dona il sacramento più grande". Papa Francesco nell'Angelus di oggi riprende il Vangelo odierno, l'Ultima Cena, e ricorda la festa di oggi, la Solennità del Corpus Domini.
Nell'Angelus odierno dalla Basilica di San Pietro, il Papa ricorda che con la Domenica delle Palme "siamo entrati nella Settimana Santa". "Per la seconda volta la viviamo nel contesto della pandemia. L’anno scorso eravamo più scioccati, quest’anno siamo più provati. E la crisi economica è diventata pesante", commenta subito il Papa.
“Siamo chiamati a fare con più impegno durante la Quaresima: accogliere la luce nella nostra coscienza, in particolare nel Sacramento della Riconciliazione, per aprire i nostri cuori all’amore infinito di Dio, alla sua misericordia piena di tenerezza e di bontà. Così troveremo la vera gioia e potremo rallegrarci del perdono di Dio che rigenera e dà vita”.