La solennità di Cristo Re dell’universo. E’ il centro di quest’ultima domenica dell’Anno Liturgico e dell’Angelus odierno di Papa Francesco, in Piazza San Pietro. “La sua è una regalità di guida, di servizio, e anche una regalità che alla fine dei tempi si affermerà come giudizio”, commenta il Pontefice.
E’ “profondamente addolorato” Papa Francesco per il terrorismo che dilaga nel mondo, dalla Somalia all’ Afghanistan a New York.
La risposta di Gesù alla domanda insidiosa dei farisei non è scontata, ma “vuole far capire che senza l’amore per Dio e per il prossimo non c’è vera fedeltà a questa alleanza con il Signore”.
E’ la parabola dei vignaioli il centro dell’Angelus odierno di Papa Francesco in Piazza San Pietro. Viene messa in discussa la lealtà di tutti coloro che si occupano della vigna del “padrone”.
Dall’ Hub il Papa arriva in città. Bologna lo accoglie a Piazza Maggiore dove incontra il mondo del lavoro, i disoccupati, i rappresentanti di Unindustria, sindacati, Confcooperative e Legacoop, anche ifamiliari delle vittime della strage alla Stazione ferroviaria di Bologna del 1980.
La parabola dei lavoratori della vigna è il tema centrale dell’Angelus odierno di Papa Francesco che subito ricorda: nessuno deve sentire invidia per la generosità di Dio. Nel brano evangelico non si parla di salario in senso stretto, ma “del Regno di Dio! E il messaggio è questo: nel Regno di Dio non ci sono disoccupati, tutti sono chiamati a fare la loro parte; e per tutti alla fine ci sarà il compenso che viene dalla giustizia divina, cioè la salvezza che Gesù Cristo ci ha acquistato con la sua morte e risurrezione. Una salvezza che non è meritata, ma donata, per cui gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi”.
“Sempre la tentazione è quella di voler seguire un Cristo senza croce, anzi, di insegnare a Dio la strada giusta. Ma Gesù ci ricorda che la sua via è la via dell’amore, e non c’è vero amore senza il sacrificio di sé”. E’ il pensiero di Papa Francesco espresso durante l’Angelus odierno in Piazza San Pietro. Sono tanti ad essere intervenuti in piazza in questa prima domenica di settembre.
A che punto è la fede? “Il Maestro si aspetta dai suoi una risposta alta ed altra rispetto a quelle dell’opinione pubblica”. Papa Francesco ne ha parlato nella sua riflessione prima della preghiara dell’ Angelus di mezzogiorno.
“Nei nostri cuori portiamo il dolore per gli atti terroristici che, in questi ultimi giorni, hanno causato numerose vittime, in Burkina Faso, in Spagna e in Finlandia.
"A Maria Regina della pace, che contempliamo oggi nella gloria del Paradiso, vorrei affidare ancora una volta le ansie e i dolori delle popolazioni che in tante parti del mondo soffrono a causa di calamità naturali, di tensioni sociali o di conflitti. Ottenga la nostra Madre celeste per tutti consolazione e un futuro di serenità e di concordia!". E' con questa invocazione che Papa Francesco ha concluso l'Angelus di oggi, in occasione della Solennità dell'Assuzione della Beata Vergine Maria.
Per la preghiera dell’Angelus di oggi, in Piazza San Pietro, Papa Francesco parte dal Vangelo odierno: l’episodio di Gesù che, dopo aver pregato tutta la notte sulla riva del lago di Galilea, si dirige verso la barca dei suoi discepoli, camminando sulle acque. La barca si trova in mezzo al lago, bloccata da un forte vento contrario. Pietro chiede l’aiuto del Signore, all’inizio non lo riconosce, il Signore lo rassicura, Pietro lo ascolta e il Signore lo salva. Per il Papa questo racconto contiene “un ricco simbolismo e ci fa riflettere sulla nostra fede, sia come singoli, sia come comunità ecclesiale”.
Le parabole del Vangelo di oggi sono al centro della riflessione offerta stamane dal Papa nel corso dell’Angelus. Francesco spiega che per ottenere il Regno di Dio occorre “ricerca e sacrificio” poiché “è offerto a tutti, ma non è messo a disposizione su un piatto d’argento, richiede un dinamismo: si tratta di cercare, camminare, darsi da fare. La ricerca è la condizione essenziale per trovare; bisogna che il cuore bruci dal desiderio di raggiungere il bene prezioso, cioè il Regno di Dio che si fa presente nella persona di Gesù. E’ la scoperta fondamentale, che può dare una svolta decisiva alla nostra vita, riempiendola di significato”.
La Parola di Gesù “non è una gabbia o una trappola, ma un seme che può portare frutto”. Papa Francesco lo ha detto nel commento alle letture domenicali nella riflessione prima dell’ Angelus.
Gesù sa quanto la vita può essere pesante. Sa che molte cose affaticano il cuore: delusioni e ferite del passato, pesi da portare e torti da sopportare nel presente, incertezze e preoccupazioni per il futuro”. Sono consolanti le parole di Papa Francesco nell’introduzione alla preghiera mariana dell’Angelus, come ogni domenica in Piazza San Pietro a mezzogiorno.
E’ l’identikit del discepolo missionario quello che Gesù fa nel brano del Vangelo di Matteo che oggi la liturgia propone. E Papa Francesco lo ha riproposto ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro per la recita dell’Angelus domenicale, unico appuntamento pubblico per il mese di luglio.
Non abbiate paura. E' l'invito che Gesù rivolge ai suoi discepoli inviandoli in missione. Lo ha ricordato Papa Francesco nel corso dell'Angelus di oggi.
È il giorno del Corpus Domini, e Papa Francesco stasera celebrerà la Messa in San Giovanni in Laterano, e poi presiederà la processione. Ma dopodomani sarà anche la Giornata Mondiale del Rifugiato, e il Papa che ha fatto dell’impegno per i migranti una cifra del Pontificato non può non ricordarlo. Sono questi i due temi dell’Angelus di Papa Francesco.
“Che cosa è questa vita eterna? È l’amore smisurato e gratuito del Padre che Gesù ha donato sulla croce, offrendo la sua vita per la nostra salvezza.
“Il cieco dalla nascita rappresenta ognuno di noi, che siamo stati creati per conoscere Dio, ma a causa del peccato siamo come ciechi, abbiamo bisogno di una luce nuova, quella della fede, che Gesù ci ha donato”.
Nella Trasfigurazione Gesù ha fatto “risplendere nella sua stessa persona quella gloria divina che si poteva cogliere con la fede nella sua predicazione e nei suoi gesti miracolosi”. Lo ha detto il Papa introducendo la riflessione domenicale in occasione dell’Angelus della II Domenica di Quaresima.