Gesù non si presente come “un Messia potente e dominatore” ma come “umile e mite servo di Dio e degli uomini, che dovrà donare la sua vita in sacrificio, passando attraverso la via della persecuzione, della sofferenza e della morte”. Lo ha detto il Papa, nel corso dell’Angelus della Seconda Domenica di Quaresima.
La “Quaresima è un tempo di “agonismo” spirituale: siamo chiamati ad affrontare il Maligno mediante la preghiera per essere capaci, con l’aiuto di Dio, di vincerlo nella nostra vita quotidiana”.
Dopo aver celebrato la Messa a Santa Maria Maggiore Papa Francesco si è presentato puntuale alla finestra del Palazzo Apostolico per la recita dell'Angelus.
Subito dopo la celebrazione della Messa nella Basilica Vaticana, Papa Francesco si affaccia alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico per recitare l’Angelus con i fedeli in Piazza San Pietro. Dopo aver riassunto in tre gesti l’opera dei Re Magi nell’omelia odierna, il Papa, nell’Angelus, presenta tre atteggiamenti con i quali è stata accolta la venuta di Gesù e la sua manifestazione al mondo: ricerca premurosa, indifferenza, paura.
“Desidero, ancora una volta, farmi voce di questi nostri fratelli e sorelle che invocano per il loro futuro un orizzonte di pace.
“Ogni volta che le famiglie, anche quelle ferite e segnate da fragilità, fallimenti e difficoltà, tornano alla fonte dell’esperienza cristiana, si aprono strade nuove e possibilità impensate”. Papa Francesco lo ha detto nella breve riflessione prima della preghiera domenicale dell’ Angelus Domini.
Nel Vangelo dell’Annunciazione l’Angelo del Signore spiega a Maria nel dettaglio il piano di Dio nei suoi confronti. “La risposta di Maria invece è una frase breve, che non parla di gloria o di privilegio, ma solo di disponibilità e di servizio: ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola. Anche il contenuto è diverso. Maria non si esalta di fronte alla prospettiva di diventare addirittura la madre del Messia, ma rimane modesta ed esprime la propria adesione al progetto del Signore”. Lo ha detto il Papa stamane all’Angelus, in occasione della IV Domenica di Avvento.
“Se togliamo Gesù, che cosa rimane del Natale? Una festa vuota”.
La solennità di Cristo Re dell’universo. E’ il centro di quest’ultima domenica dell’Anno Liturgico e dell’Angelus odierno di Papa Francesco, in Piazza San Pietro. “La sua è una regalità di guida, di servizio, e anche una regalità che alla fine dei tempi si affermerà come giudizio”, commenta il Pontefice.
E’ “profondamente addolorato” Papa Francesco per il terrorismo che dilaga nel mondo, dalla Somalia all’ Afghanistan a New York.
La risposta di Gesù alla domanda insidiosa dei farisei non è scontata, ma “vuole far capire che senza l’amore per Dio e per il prossimo non c’è vera fedeltà a questa alleanza con il Signore”.
E’ la parabola dei vignaioli il centro dell’Angelus odierno di Papa Francesco in Piazza San Pietro. Viene messa in discussa la lealtà di tutti coloro che si occupano della vigna del “padrone”.
Dall’ Hub il Papa arriva in città. Bologna lo accoglie a Piazza Maggiore dove incontra il mondo del lavoro, i disoccupati, i rappresentanti di Unindustria, sindacati, Confcooperative e Legacoop, anche ifamiliari delle vittime della strage alla Stazione ferroviaria di Bologna del 1980.
La parabola dei lavoratori della vigna è il tema centrale dell’Angelus odierno di Papa Francesco che subito ricorda: nessuno deve sentire invidia per la generosità di Dio. Nel brano evangelico non si parla di salario in senso stretto, ma “del Regno di Dio! E il messaggio è questo: nel Regno di Dio non ci sono disoccupati, tutti sono chiamati a fare la loro parte; e per tutti alla fine ci sarà il compenso che viene dalla giustizia divina, cioè la salvezza che Gesù Cristo ci ha acquistato con la sua morte e risurrezione. Una salvezza che non è meritata, ma donata, per cui gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi”.
“Sempre la tentazione è quella di voler seguire un Cristo senza croce, anzi, di insegnare a Dio la strada giusta. Ma Gesù ci ricorda che la sua via è la via dell’amore, e non c’è vero amore senza il sacrificio di sé”. E’ il pensiero di Papa Francesco espresso durante l’Angelus odierno in Piazza San Pietro. Sono tanti ad essere intervenuti in piazza in questa prima domenica di settembre.
A che punto è la fede? “Il Maestro si aspetta dai suoi una risposta alta ed altra rispetto a quelle dell’opinione pubblica”. Papa Francesco ne ha parlato nella sua riflessione prima della preghiara dell’ Angelus di mezzogiorno.
“Nei nostri cuori portiamo il dolore per gli atti terroristici che, in questi ultimi giorni, hanno causato numerose vittime, in Burkina Faso, in Spagna e in Finlandia.
"A Maria Regina della pace, che contempliamo oggi nella gloria del Paradiso, vorrei affidare ancora una volta le ansie e i dolori delle popolazioni che in tante parti del mondo soffrono a causa di calamità naturali, di tensioni sociali o di conflitti. Ottenga la nostra Madre celeste per tutti consolazione e un futuro di serenità e di concordia!". E' con questa invocazione che Papa Francesco ha concluso l'Angelus di oggi, in occasione della Solennità dell'Assuzione della Beata Vergine Maria.
Per la preghiera dell’Angelus di oggi, in Piazza San Pietro, Papa Francesco parte dal Vangelo odierno: l’episodio di Gesù che, dopo aver pregato tutta la notte sulla riva del lago di Galilea, si dirige verso la barca dei suoi discepoli, camminando sulle acque. La barca si trova in mezzo al lago, bloccata da un forte vento contrario. Pietro chiede l’aiuto del Signore, all’inizio non lo riconosce, il Signore lo rassicura, Pietro lo ascolta e il Signore lo salva. Per il Papa questo racconto contiene “un ricco simbolismo e ci fa riflettere sulla nostra fede, sia come singoli, sia come comunità ecclesiale”.
Le parabole del Vangelo di oggi sono al centro della riflessione offerta stamane dal Papa nel corso dell’Angelus. Francesco spiega che per ottenere il Regno di Dio occorre “ricerca e sacrificio” poiché “è offerto a tutti, ma non è messo a disposizione su un piatto d’argento, richiede un dinamismo: si tratta di cercare, camminare, darsi da fare. La ricerca è la condizione essenziale per trovare; bisogna che il cuore bruci dal desiderio di raggiungere il bene prezioso, cioè il Regno di Dio che si fa presente nella persona di Gesù. E’ la scoperta fondamentale, che può dare una svolta decisiva alla nostra vita, riempiendola di significato”.