“La vita del creato non avanza a caso, ma procede verso una meta finale: la manifestazione definitiva di Cristo, Signore della storia e di tutto il creato. La conclusione della storia sarà il suo regno eterno”. Lo ha ricordato Papa Francesco durante l’Angelus in occasione della solennità di Gesù Cristo Re dell’universo.
Si commemora il centenario dalla fine della Grande Guerra, e tutte le campane del mondo suoneranno alle 13.30 ora di Roma. Anche quella della Basilica di San Pietro, dice Papa Francesco al termine di un Angelus dedicato al passo del Vangelo che ci mostra un vedova dare tutto quello che ha per i poveri, e non il superfluo. E, ricordando la fine della Prima Guerra Mondiale, Papa Francesco esorta: “Investiamo sulla pace, non sulla guerra!”
Quando nella Messa cantiamo il “Santo” siamo uniti a tutti i Santi nella lode a Dio. Lo ha spiegato il Papa - stamane - nel corso dell’Angelus in occasione della Solennità di Tutti i Santi.
Dopo aver celebrato la Messa conclusiva della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, Papa Francesco ha recitato insieme ai fedeli l’Angelus domenicale.
“La via del servizio è l’antidoto più efficace contro il morbo della ricerca dei primi posti, che contagia tanti contesti umani e non risparmia neanche la Chiesa. Perciò, come discepoli di Cristo, accogliamo questo Vangelo come richiamo alla conversione, per testimoniare con coraggio e generosità una Chiesa che si china ai piedi degli ultimi, per servirli con amore e semplicità”. È questo il cuore dell’Angelus odierno di Papa Francesco ai fedeli in Piazza San Pietro.
“Una concessione che serve a tamponare le falle prodotte dal nostro egoismo, ma non corrisponde all’intenzione originaria del Creatore”. Così Papa Francesco ha commentato nel passo del Vangelo di questa domenica le parole di Gesù “ per la durezza del vostro cuore” riferito alla legge mosaica sul ripudio.
Commentando l’episodio evangelico di oggi, Papa Francesco nel corso dell’Angelus coglie l’occasione per sottolineare la differenza di atteggiamento di fronte alla novità che hanno da un lato Gesù e dall’altro i suoi discepoli.
“Settantacinque anni fa, questa Nazione assisteva alla definitiva distruzione del Ghetto di Vilnius; così culminava l’annientamento di migliaia di ebrei che era già iniziato due anni prima. Come si legge nel Libro della Sapienza, il popolo ebreo passò attraverso oltraggi e tormenti.
“Il Signore vuole che i suoi discepoli di ieri e di oggi instaurino con Lui una relazione personale, e così lo accolgano al centro della loro vita”. E’ questo il cuore dell’Angelus odierno di Papa Francesco in Piazza San Pietro. Il Papa ha voluto donare anche a tutti i presenti un piccolo crocefisso.
Poco Più di 1000 abitanti nel cuore dell’ Irlanda, una storia di apparizioni e profezie in un piccolo santuario che oggi è meta di affollati pellegrinaggi soprattutto dopo...
Gesù è “pane che dà la vita eterna”, la sua “carne per la vita del mondo”. E “questo passaggio è decisivo: provoca la reazione degli ascoltatori. Quando il segno del pane condiviso porta al suo significato vero, cioè il dono di sé fino al sacrificio, emerge l’incomprensione, emerge addirittura il rifiuto di Colui che poco prima si voleva portare in trionfo”. Lo ha spiegato il Papa commentando il Vangelo odierno nell’Angelus di questa mattina.
Il brano evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci è un invito “a non distogliere lo sguardo da quel Gesù che domenica scorsa, nel Vangelo di Marco, vedendo una grande folla, ebbe compassione di loro. Oggi Giovanni ci mostra nuovamente Gesù attento ai bisogni primari delle persone. Il ragazzo che mette a disposizione i pani e i pesci è coraggioso e anche lui ha compassione, i giovani sono così, e noi dobbiamo aiutarli”. Lo ha detto il Papa, stamane, nel corso del consueto Angelus domenicale.
Vedere, avere compassione, insegnare. Li possiamo chiamare “i verbi del Pastore”. Papa Francesco sottolinea queste tre azioni di Gesù nel suo discorso prima della preghiera mariana dell’Angelus in Piazza San Pietro.
Qual è lo stile missionario che chiede Gesù? Il Papa lo ha spiegato oggi commentando le letture del giorno prima della recita della preghiera mariana dell’ Angelus in Piazza San Pietro.
Commentando il Vangelo odierno Papa Francesco - nel corso dell’Angelus - si domanda “come mai i compaesani di Gesù passano dalla meraviglia all’incredulità?” Essi - sottolinea - “invece di aprirsi alla realtà, si scandalizzano. Secondo gli abitanti di Nazareth, Dio è troppo grande per abbassarsi a parlare attraverso un uomo così semplice! È lo scandalo dell’incarnazione: l’evento sconcertante di un Dio fatto carne, che pensa con mente d’uomo, lavora e agisce con mani d’uomo, ama con cuore d’uomo, un Dio che fatica, mangia e dorme come uno di noi”.
Nel giorno della festa di San Pietro e Paolo, patroni di Roma, dopo la Messa celebrata in Piazza San Pietro, Papa Francesco continua la sua intensa mattinata con la recita dell’Angelus dal Palazzo Apostolico. Il Papa commenta il brano del Vangelo odierno perché in “esso si racconta un episodio fondamentale per il nostro cammino di fede, si tratta del dialogo in cui Gesù pone ai suoi discepoli la domanda sulla sua identità”.
Nell’Angelus di oggi Papa Francesco ha ricordato ai fedeli la celebrazione della festa liturgica della Natività di San Giovanni Battista. Nonostante la tarda età dei suoi genitori - ha spiegato il Papa - Dio dimostra di non dipendere “dalle nostre logiche e dalle nostre limitate capacità umane. Bisogna imparare a fidarsi e a tacere di fronte al mistero di Dio e a contemplare in umiltà e silenzio la sua opera, che si rivela nella storia e che tante volte supera la nostra immaginazione”.
Durante l’Angelus di oggi in Piazza San Pietro, Papa Francesco ripercorre la pagina evangelica odierna commentando le due parabole di Gesù che svela alle folle il Regno di Dio. E infine lancia due appelli: uno per la pace nello Yemen e uno per la Giornata Mondiale del Rifugiato.
La solennità del Corpus Domini “ ci insegna a diventare più accoglienti e disponibili verso quanti sono in cerca di comprensione, di aiuto, di incoraggiamento, e sono emarginati e soli. La presenza di Gesù vivo nell’Eucaristia è come una porta, una porta aperta tra il tempio e la strada, tra la fede e la storia, tra la città di Dio e la città dell’uomo”.
Qual è il motivo della gioia della Domenica di oggi, detta Domenica “laetare”? Lo spiega Papa Francesco durante l’Angelus odierno in Piazza San Pietro: “È il grande amore di Dio verso l’umanità, come ci indica il Vangelo di oggi: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”.