Per la preghiera dell’Angelus di oggi, in Piazza San Pietro, Papa Francesco parte dal Vangelo odierno: l’episodio di Gesù che, dopo aver pregato tutta la notte sulla riva del lago di Galilea, si dirige verso la barca dei suoi discepoli, camminando sulle acque. La barca si trova in mezzo al lago, bloccata da un forte vento contrario. Pietro chiede l’aiuto del Signore, all’inizio non lo riconosce, il Signore lo rassicura, Pietro lo ascolta e il Signore lo salva. Per il Papa questo racconto contiene “un ricco simbolismo e ci fa riflettere sulla nostra fede, sia come singoli, sia come comunità ecclesiale”.
“L’ascesa dei discepoli verso il monte Tabor ci induce a riflettere sull’importanza di staccarci dalle cose mondane, per compiere un cammino verso l’alto e contemplare Gesù”.
Papa Francesco, lo sguardo a Gerusalemme. Mentre le tensioni nella capitale non si placano, il Papa, al termine dell’Angelus, sottolinea di “seguire con trepidazione le gravi tensioni e violenze di questi giorni e Gerusalemme” ed esprime “un accorato appello alla moderazione e al dialogo”.
È la festa dei Santi Pietro e Paolo, e - dopo aver salutato i nuovi arcivescovi metropoliti e i cardinali che sono giunti per il concistoro del 28 giugno – Papa Francesco incentra tutto l’Angelus sulle “colonne” sulle quali si è poggiata “la costruzione visibile della Chiesa”.
È il giorno del Corpus Domini, e Papa Francesco stasera celebrerà la Messa in San Giovanni in Laterano, e poi presiederà la processione. Ma dopodomani sarà anche la Giornata Mondiale del Rifugiato, e il Papa che ha fatto dell’impegno per i migranti una cifra del Pontificato non può non ricordarlo. Sono questi i due temi dell’Angelus di Papa Francesco.
“Alla Vergine Santa affidiamo le vittime dell’attentato terroristico avvenuto venerdì scorso a Stoccolma, come anche quanti sono ancora duramente provati dalla guerra, sciagura dell’umanità.
Sono tanti i pensieri che il Papa rivolge in questo Angelus particolare, al termine della Celebrazione Eucaristica in Piazza Martiri a Carpi.
"Gesù è venuto per dare compimento e per promulgare in modo definitivo la legge di Dio". Lo ha detto il Papa stamane durante la preghiera dell'Angelus recitata dalla finestra del Palazzo Apostolico Vaticano.
Le Beatitudini sono la “magna charta” del Nuovo Testamento. Papa Francesco lo ha detto nel commento alle letture domenicali nella sua riflessione prima della preghiera dell’ Angelus.
La Vergine Maria e il suo sposo Giuseppe. Sono loro i protagonisti dell’Angelus di Papa Francesco, in questa ultima Domenica di Avvento. “Le due persone che più di ogni altra sono state coinvolte nel mistero d’amore della vicinanza di Dio all’umanità”, dice Francesco.
Dal “no” di Adamo al “sì” dì Maria, passando per i “mezzi sì” di tanti cristiani di oggi. Papa Francesco guarda “alle origini del bene e del male” nell’Angelus del Giorno dell’Immacolata Concezione, al termine del quale invita poi i fedeli a seguirlo nel tradizionale appuntamento del pomeriggio a piazza di Spagna, quando il Papa si recherà a pregare ai piedi della statua dell’Immacolata, dove verrà deposta una corona di fiori.
La preghiera per le popolazioni del Nord Italia, colpite dalle alluvioni causate dal maltempo, arriva al termine di un Angelus tutto dedicato alla fine dei giorni. È tempo di Avvento, tempo di attesa della venuta del Signore. Lo ricorda Papa Francesco durante l’Angelus, sottolineando che questo è “uno dei temi più suggestivi” del periodo che comincia proprio oggi. E rimarcando che “il Vangelo ci apre ad na dimensione più grande” quando parla dei segni dei tempi.
Papa Francesco ricorda la figura di San Paolo, missionario per eccellenza. Lo fa durante la recita dell’Angelus nel giorno in cui la Chiesa celebra la 90esima Giornata Missionaria Mondiale. “In Paolo la comunità cristiana trova il suo modello, nella convinzione che è la presenza del Signore a rendere efficace il lavoro apostolico e l’opera di evangelizzazione”, afferma Francesco. E sempre durante l’Angelus, rinnova il suo appello di pace per l’Iraq, duramente colpito da bombardamenti in questi ultimi giorni
Dopo la devastazione e gli oltre 800 morti, ora il pericolo del colera. Non sembra aver pace Haiti, e Papa Francesco non dimentica l’Isola Caraibica all’Angelus che recita al termine della Messa.
La preghiera dell’Angelus di questa domenica, dedicata al Giubileo dei Catechisti, si apre con il ricordo di Papa Francesco della proclamazione del Beato Engelmar Unzeitig, sacerdote della Congregazione dei Missionari di Mariannhill. “Ucciso in odio alla fede – dice il Papa - nel campo di sterminio di Dachau, egli all’odio contrappose l’amore, alla ferocia rispose con la mitezza. Il suo esempio ci aiuti ad essere testimoni di carità e di speranza anche in mezzo alle tribolazioni”.
Nell’Angelus della seconda Domenica di Luglio in Piazza San Pietro, Papa Francesco commenta la parabola della liturgia odierna tratta dal Vangelo di Luca, quella del “buon samaritano”.
La missione del cristiano è “stupenda e destinata a tutti”. Commentando il Vangelo del giorno prima della recita dell’Angelus, Papa Francesco si sofferma sul senso della missione, sottolineando che la missione è chiamata ad essere “piena di gioia”.
Le figure di Giacomo Abbondo e di Suor Carolina Santo Canale sono il centro dell’Angelus di Papa Francesco, che si tiene subito dopo la messa del Giubileo degli Ammalati e dei Disabili, sul Sagrato della Basilica di San Pietro.
Per il terzo anno di Pontificato, i volontari del dispensario di Santa Marta con alcuni anziani e nonni, distribuiscono il Vangelo a quanti sono accorsi all’Angelus. L’appello del Papa è sempre lo stesso: “Portate sempre una copia del Vangelo in tasca”. E al Vangelo del giorno, come di consueto, è dedicato l’Angelus di Papa Francesco: l’adultera che Gesù non condanna, e che per questo non viene lapidate. “Quella donna – dice Papa Francesco - rappresenta tutti noi, peccatori, cioè adulteri davanti a Dio, traditori della sua fedeltà. E la sua esperienza rappresenta la volontà di Dio per ognuno di noi: non la nostra condanna, ma la nostra salvezza attraverso Gesù. Lui è la grazia, che salva dal peccato e dalla morte”.
La parabola del Padre misericordioso è certamente una delle più amate da Papa Francesco che oggi prima della preghiera dell’ Angelus si è soffermato proprio sulla figura del padre: “colpisce anzitutto la sua tolleranza dinanzi alla decisione del figlio più giovane di andarsene di casa: avrebbe potuto opporsi, sapendolo ancora immaturo, invece gli permette di partire, pur prevedendo i possibili rischi. Così agisce Dio con noi: ci lascia liberi, anche di sbagliare, perché creandoci ci ha fatto il grande dono della libertà. Sta a noi farne un buon uso”.