"Dobbiamo conservare la speranza. È una enorme sfida, ma possiamo superarla grazie alla forza della nostra fede". Queste le parole dell’allora arcivescovo caldeo di Mosul, monsignor Emil Shimoun Nona, ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, pronunciate poche ore dopo la presa di Mosul da parte dello Stato Islamico, nella notte tra il 9 e il 10 giugno 2014.
“Quasi tutte le organizzazioni caritative in Africa sono impegnate unilateralmente ed esclusivamente nella risoluzione delle situazioni di povertà materiale. Ma l’uomo non vive di solo pane. Incoraggio quindi Aiuto alla Chiesa che Soffre a continuare a costruire chiese e seminari e a fornire aiuti per la formazione di sacerdoti, religiosi, religiose e seminaristi”.
Quasi 12.000 abitazioni private nei villaggi cristiani della Piana di Ninive sono state danneggiate dall’ISIS. 669 residenze sono completamente distrutte. I costi della ricostruzione delle sole case private, ad esclusione quindi degli edifici di interesse collettivo, sono stimati in 186.378.689 dollari. Sono queste le prime conclusioni di uno studio intrapreso dalla fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre - Aid to the Church in Need.
Bashar Warda, arcivescovo caldeo di Erbil, ha dovuto gestire nella sua terra l’arrivo improvviso di migliai di rifugiati dalla piana di Ninive. E oggi, quando i villaggi cristiani sono stati liberati e anche la zona Est di Mosul è stata ripresa, può dire con forza: “Se ci sono ancora i cristiani in Iraq, è grazie alla solidarietà che abbiamo ricevuto”. Ma può anche osservare: “Nelle chiese semidistrutte delle zone liberate, possiamo vedere l’odio contro il cristianesimo”.Bashir Warda, arcivescovo caldeo di Erbil, ha dovuto gestire nella sua terra l’arrivo improvviso di migliai di rifugiati dalla piana di Ninive. E oggi, quando i villaggi cristiani sono stati liberati e anche la zona Est di Mosul è stata ripresa, può dire con forza: “Se ci sono ancora i cristiani in Iraq, è grazie alla solidarietà che abbiamo ricevuto”. Ma può anche osservare: “Nelle chiese semidistrutte delle zone liberate, possiamo vedere l’odio contro il cristianesimo”.
“Mentre giriamo per le nostre città alla ricerca dei regali natalizi abbiamo l’opportunità di pensare anche a chi manca veramente di tutto. Rinunciare a qualcosa del nostro superfluo può rappresentare un’autentica speranza per le comunità cristiane mediorientali.”. Così Alessandro Monteduro, Direttore di ACS-Italia, presenta i tre progetti che la Fondazione pontificia ha scelto fra tanti per affidarli alla generosità dei benefattori italiani.
“Ad Aleppo la persecuzione nei confronti dei cristiani c’è ed è evidente”. Sono parole di Suor Maria Guadalupe de Rodrigo, missionaria argentina dell’Istituto del Verbo Incarnato (IVE), che questa mattina ha incontrato Alessandro Monteduro, Direttore di ACS-Italia, nella sede romana della Fondazione pontificia.
Non possiamo più accettarlo!” E’ il grido di dolore che le Carmelitane di Aleppo (Siria) hanno lanciato l’11 ottobre scorso scrivendo ad Aiuto alla Chiesa che Soffre.
La foto di Omran Daqneesh, il bimbo siriano di cinque anni scioccato, coperto di sangue e detriti e seduto in un’autoambulanza ha recentemente fatto il giro del mondo ed è ancora viva nella nostra memoria. Quale sarà il futuro delle generazioni che oggi vivono la loro infanzia in queste condizioni limite? Come aiutarle?
A leggere gli articoli di giornale o a scorrere le notizie, si può pensare che la persecuzione anti-cristiana avviene solo ad opera di fondamentalismi islamici, e viene perpetuata attraverso azioni spettacolari e violente come quelle della setta di Boko Haram o del Daesh, l’autoproclamato Stato Islamico. Ma non è così. E c’è un libro, “Perseguiteranno anche voi” (La Bussola Quotidiana), scritto da Marta Petrosillo, portavoce di Aiuto alla Chiesa che Soffre Italia, che lo spiega.
"Grazie di cuore. La ricostruzione di questa cattedrale è fondamentale affinché i cristiani restino ad Homs e le famiglie che negli ultimi anni hanno abbandonato la città vi facciano ritorno": così monsignor Jean Abdou Arbach, arcivescovo melchita di Homs, Hama e Yabrud, ringrazia Aiuto alla Chiesa che Soffre attualmente impegnata nel sostenere la ricostruzione della cattedrale melchita di Homs.
Superare i conflitti, vincere l’odio con il bene, per fare dell’Ucraina un Paese libero ed europeo. È questo l’obiettivo che si deve porre la Chiesa in Ucraina, nelle parole di padre Oleksandr Khalayim, uno dei sette testimoni che, nel padiglione di Aiuto alla Chiesa che Soffre al Meeting di Rimini, hanno raccontato come si vive da cristiani perseguitati. Una esperienza peculiare, quella dei cristiani in Ucraina, che scompaiono spesso dagli occhi del mondo nonostante il conflitto sia sempre lì, ormai da anni, creando una emergenza umanitaria dura a morire.
Non ci si può limitare a reagire quando gli episodi cruenti avvengono davanti ai nostri occhi. La persecuzione anticristiana è un fenomeno che non va sottovalutato e che merita costante attenzione. Aiuto alla Chiesa che Soffre da quasi 70 anni documenta il martirio cristiano in tutto il mondo e quest’anno, dal 19 al 25 agosto, sarà al meeting di Rimini con una rassegna di 400 metri quadri sulla persecuzione anticristiana dal titolo: “La vostra resistenza è martirio, rugiada che feconda”. I volti della persecuzione anticristiana, gli interventi per non lasciarli soli.
Le case vuote, gli infissi sbarrati, mentre le poche famiglie rimaste si preparano al peggio. È questo il clima che si respira nel quartiere West Colony di Jhelum, cittadina del Punjab in Pakistan, recentemente scossa dopo la conversione al Cristianesimo di una ragazza musulmana.
Soltanto macerie. È quanto è rimasto di Telskuf, villaggio iracheno a soli 32 chilometri dall’ormai roccaforte dello Stato Islamico Mosul. Nei giorni scorsi una delegazione di Aiuto alla Chiesa che Soffre ha visitato il piccolo centro, liberato dalle forze peshmerga il 3 maggio scorso.
Oggi in Italia piangiamo i nostri connazionali uccisi in Bangladesh da terroristi islamici. Guardando al futuro, dobbiamo vivere intimoriti da un nemico sfuggente e globalizzato, il cui obiettivo è rendere ogni pubblico ritrovo un potenziale bersaglio? Noi e i nostri familiari non possiamo far nulla, tranne confidare nella doverosa reazione dei responsabili politici?
Nuovi record per Aiuto alla Chiesa che Soffre. Nel 2015 la Fondazione pontificia ha raccolto 124,1 milioni di euro, superando del 15% la raccolta dell’anno precedente. È stato quindi possibile finanziare 6.209 progetti in 146 paesi, 600 interventi in più rispetto al 2014.
Ieri mattina, durante l’Angelus, Papa Francesco ha ricordato che in occasione della Giornata internazionale del Bambino del prossimo 1° giugno, in diverse città siriane, i bambini cristiani di tutte le confessioni si riuniranno per pregare insieme e insieme invocare il dono della pace.
"Ora più che mai il sostegno di Aiuto alla Chiesa che Soffre è essenziale per questo paese". Così il responsabile internazionale di ACS per l’America Latina, Marco Mencaglia, al ritorno da un viaggio in Ecuador effettuato per constatare gli ingenti danni provocati dal terremoto del 16 aprile scorso e organizzare ulteriori aiuti.
"Se Gesù ha fatto il falegname, puoi farlo anche tu". Con queste parole il vescovo melchita di Aleppo, monsignor Jean-Clémengt Jeanbart, convince i suoi giovani fedeli a partecipare al progetto "Build to stay", costruire per rimanere, un programma di formazione professionale offerto dalla Chiesa in Siria. L’iniziativa – cui Aiuto alla Chiesa che Soffre ha recentemente contribuito con una donazione di 263mila euro - mira ad aiutare il maggior numero di cristiani a rimanere, permettendo loro di ricostruire le proprie case e al tempo stesso di imparare un mestiere.
"Ringrazio Aiuto alla Chiesa che Soffre per il suo coraggio e la sua determinazione nel sostenere i cristiani perseguitati. Questo evento, unico e originale, che onora il sangue dei martiri che grida verso il cielo, ci stimoli tutti a non lasciarci arrendere e a credere alla pace, a costruirla giorno per giorno". Sono parole Monsignor Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo, pronunciate alle 20.45 circa di ieri sera, pochi minuti dopo che Fontana di Trevi, illuminata da fasci di luce rossa, ha portato all’attenzione il dramma della persecuzione, di cui sono vittima almeno 200milioni di cristiani.