“Ad Aleppo circa 2.000 famiglie cristiane hanno urgente bisogno di cibo, acqua potabile, gasolio per riscaldamento, indumenti e medicinali. Anche se la fase più cruenta del conflitto si è conclusa non dobbiamo dimenticare le sue tristi conseguenze, che purtroppo permarranno per un tempo non certo breve.”
“Ho chiesto asilo politico in Italia perché in base all’art. 295 del Codice Penale Pakistano, più noto come ‘legge anti-blasfemia’, potrei essere condannata a morte.”. Si chiama Noreen Yousaf, ha 28 anni ed è nata in Pakistan.
In Pakistan ogni anno migliaia di donne cristiane sono rapite, violentate, costrette ad abbandonare la fede e a contrarre matrimonio islamico. Anche quelle risparmiate da queste crudeltà subiscono quotidiani soprusi. Spesso analfabete, quando riescono a lavorare sono di frequente ridotte in condizioni schiavistiche. Quattro autorevoli donne italiane, espressione della società civile, si schierano al fianco delle donne oppresse del Pakistan, accompagnando le iniziative assunte dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre.
“Abbiamo deciso di iniziare il 2017 all’insegna della dignità della donna”, così Alessandro Monteduro, Direttore di ACS-Italia, descrive il senso dei due progetti che la fondazione pontificia presenta ai benefattori italiani. “Abbiamo deciso di occuparci di una delle aree in cui i Cristiani sono più perseguitati, e cioè il Pakistan”, prosegue Monteduro.
L’ISIS ha firmato la rivendicazione dell’attentato compiuto nella discoteca Reina di Istanbul, e lo ha fatto precisando che l’attacco è stato portato contro uno dei nightclub “dove i Cristiani celebrano la loro festa apostatica".
“Dal 2006 al 2014 oltre 12.000 cristiani uccisi, circa 2.000 chiese distrutte, e 1,4 milioni di sfollati in Nigeria.”. Mons. Joseph D. Bagobiri, Vescovo della diocesi di Kafanchan, nello Stato di Kaduna, Repubblica federale di Nigeria, cita questi dati nel corso di un incontro nella sede romana di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
“Il crocifisso è crivellato di colpi e mutilato, e tuttavia è restato sulla croce cinque anni, solidale con le nostre sofferenze e il nostro isolamento. È là, sfigurato come la nostra città, e ci mostra il dolore di Dio di fronte alla brutalità degli uomini.”. Sono parole dei Padri Gesuiti della Comunità di san Vartan di Aleppo (Siria), raccolte da Aiuto alla Chiesa che Soffre.
“Non è chiaro” chi si prenderà cura dei cristiani nei villaggi liberati, e per questo loro si sentono “traditi” dal governo.
“Ad Aleppo la persecuzione nei confronti dei cristiani c’è ed è evidente”. Sono parole di Suor Maria Guadalupe de Rodrigo, missionaria argentina dell’Istituto del Verbo Incarnato (IVE), che questa mattina ha incontrato Alessandro Monteduro, Direttore di ACS-Italia, nella sede romana della Fondazione pontificia.
“Oggi non si conosce ciò che effettivamente succede sul territorio siriano, e questo ha un effetto negativo per la popolazione”, ha esordito S.E. Mons. Denys Antoine Chahda, Arcivescovo di Aleppo dei Siri (Siria), incontrando il Direttore di ACS-Italia Alessandro Monteduro. E’ indubbio che “l’esercito governativo stia preparando l’attacco finale per riconquistare Aleppo, esercito che, al contrario degli avversari, ha rispettato la tregua.”. Il giudizio sul presidente siriano è equilibrato e realistico: “Assad è il migliore fra gli attori politici disponibili. Noi non difendiamo il governo siriano, noi difendiamo i diritti della gente che soffre a causa dei gruppi armati. Sono tutte vittime innocenti, che non si occupano di politica.”. Ora la conversione al cristianesimo non è possibile, ma, qualora Assad vinca, “siamo sicuri si possano aprire maggiori spazi per i cristiani, anzitutto sul piano costituzionale, migliorando così una Costituzione per la quale l’Islam non è la religione dello Stato.”
A Kasabasa "ogni giorno la gente guarda il cielo per sapere se riuscirà a partecipare alla Messa", ha scritto ad Aiuto alla Chiesa che Soffre Padre Santosh Singh, parroco a Bamunigam, nello Stato federato dell’Orissa (India).
La foto di Omran Daqneesh, il bimbo siriano di cinque anni scioccato, coperto di sangue e detriti e seduto in un’autoambulanza ha recentemente fatto il giro del mondo ed è ancora viva nella nostra memoria. Quale sarà il futuro delle generazioni che oggi vivono la loro infanzia in queste condizioni limite? Come aiutarle?
ACS Italia lancia anche quest’anno una grande campagna affinché i fedeli italiani possano sostenere finanziariamente i sacerdoti della Chiesa povera e perseguitata, e affinché gli stessi sacerdoti possano celebrare Messe secondo le intenzioni dei benefattori.
Dopo il tragico attentato nella città bangladese di Dacca, avvenuto tra il 1° e il 2 luglio scorsi, la famiglia di una delle vittime, Simona Monti, uccisa durante la gravidanza, ha contribuito tramite ACS-Italia alla costruzione della chiesa di San Michele ad Harintana, piccola cittadina del Bangladesh meridionale appartenente alla diocesi di Khulna. Due giorni fa, martedì 27 settembre, è stata posta la prima pietra del nuovo luogo di culto.
“Un grido di aiuto, in soccorso dei cristiani prima, ma anche dei curdi in generale” è stato lanciato da Mons. Jacques Behnan Hindo, Arcivescovo di Hassaké-Nisibi dei Siri.
Una città sotto assedio, piagata dai combattimenti, circondata da ogni parte, dove il poco cibo a disposizione ha un prezzo inaccessibile per la popolazione.
Anche Ján Figel, inviato speciale della Commissione Europea per la promozione della libertà di religione o di credo al di fuori dell’Unione Europea, visita l’esposizione di Aiuto alla Chiesa che Soffre sulla persecuzione anticristiana al Meeting di Rimini.
“Veramente è un dono prezioso quello di vivere dove ha vissuto Gesù Cristo il nostro redentore. Posso assicurarvi che è una gioia immensa piena di tenerezza camminare, toccare e vedere i luoghi santi dove ha camminato e vissuto Gesù, Maria, Giuseppe, i discepoli del Nuovo Testamento e i profeti dell'Antico Testamento”.
Un viaggio nel mondo della persecuzione attraverso le storie dei protagonisti. Aiuto alla Chiesa che Soffre sarà dal 19 al 25 agosto al meeting di Rimini con una rassegna di 500 metri quadri sulla persecuzione anticristiana dal titolo: “La vostra resistenza è martirio, rugiada che feconda”. I volti della persecuzione anticristiana, gli interventi per non lasciarli soli.
Camminare idealmente al fianco dei cristiani iracheni ripercorrendo, pur in ben diverse condizioni, quella drammatica marcia che nella notte tra il 6 e il 7 agosto 2014 ha visto oltre 120mila cristiani abbandonare le proprie case per sfuggire alle violenze dello Stato Islamico.