Cinque progetti per cinque settimane di Quaresima. È dedicata interamente alla Piana di Ninive la campagna quaresimale di Aiuto alla Chiesa che Soffre del 2018. Un fronte quello della ricostruzione dei villaggi cristiani liberati dallo Stato Islamico, che vede la Fondazione pontificia come prima associazione nel mondo in termini di sostegno alle comunità cristiane.
Siamo una piccola minoranza che subisce attacchi e discriminazioni, ma la nostra Chiesa cresce e i cristiani pachistani sono sempre più saldi nella loro fede». Così afferma, al telefono con Aiuto alla Chiesa che Soffre, monsignor Sebastian Francis Shaw, arcivescovo di Lahore in Pakistan.
"I parrocchiani assistevano alla Santa Messa, quando i soldati hanno aperto il fuoco", così padre Apollinaire Cibaka Cikongo, docente presso il seminario maggiore del Cristo Re a Malole, racconta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre quanto accaduto nella Repubblica Democratica del Congo lo scorso 31 dicembre.
«Un messaggio di speranza e di vittoria. ISIS voleva cancellare la presenza cristiana e invece i jihadisti se sono andati, mentre noi siamo tornati». Con queste parole monsignor Bashar Matti Warda ha festeggiato la riconsacrazione della Chiesa di San Giorgio a Tellskuf, gravemente danneggiata e profanata da ISIS e ricostruita grazie ad un contributo di 100mila euro da parte di Aiuto alla Chiesa che Soffre.
"I combattimenti sono finiti, ma ora è in atto una nuova battaglia. Quella per sopravvivere, per tornare alla vita". Così Suor Annie Demerjian, religiosa dell'Ordine delle Sorelle di Gesù e Maria, descrive ad Aiuto alla Chiesa che Soffre l’attuale situazione ad Aleppo.
"La solidarietà per i nostri fratelli perseguitati deve contagiare tutte le diocesi». Questa mattina il direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre Italia Alessandro Monteduro è intervenuto nell’ambito della riunione ordinaria della Conferenza Episcopale Campana, presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli.
"Aleppo riprende vita, ma dipendiamo ancora dal vostro aiuto. Vi prego sostenete i cristiani, i pochi rimasti, così che possano continuare a vivere in Siria".
«Per favore, date voce alla nostra sofferenza di fronte ai vostri politici e attraverso i vostri mezzi di comunicazione».
Tenere desta l’attenzione dell’Occidente nei confronti dei tanti cristiani perseguitati nel mondo è "anzitutto un obbligo di coscienza". È quanto afferma il Cardinale Mauro Piacenza, presidente internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre, parlando del prossimo Red Wednesday, la giornata per la libertà di fede promossa il 22 novembre da ACS nell’ambito della quale saranno illuminate di rosso decine di chiese, cattedrali e scuole del Regno Unito.
Grazie alla generosità dei benefattori italiani, le suore domenicane di Santa Caterina da Siena potranno finalmente riavere il loro convento a Qaraqosh, in Iraq. Aiuto alla Chiesa che Soffre promuove in questi giorni una specifica raccolta fondi a sostegno della ricostruzione del convento, distrutto dall’ISIS durante l’occupazione della Piana di Ninive. La struttura esisteva dal 1974 e una volta riedificata potrà ospitare circa 20 suore.
"Gli attentati a Tanta, Alessandria e Minya e l’uccisione dei 21 copti in Libia hanno spinto in molti a convertirsi all’idea del Cristianesimo", così il patriarca copto cattolico Ibrahim Isaac Sidrak nel corso di una conferenza organizzata questa mattina a Roma presso l’Associazione Stampa estera. "Ciò dimostra che in Egitto i copti non sono soltanto vittime di attacchi, ma anche strumento della missione cristiana".
In occasione della ricorrenza di San Francesco d’Assisi, Aiuto alla Chiesa che Soffre promuove un progetto di costruzione in favore di una congregazione di religiose intitolata al Poverello di Assisi che in Uganda ha bisogno di un nuovo convento.
Le persecuzioni dei cristiani, specialmente in Medio Oriente, rappresentano una grande prova…Ogni sforzo va sostenuto per favorire la permanenza di famiglie e comunità cristiane nelle loro terre di origine”. Così scrive Papa Francesco nella esortazione post-sinodale Amoris Laetitia. E Aiuto Alla Chiesa Che Soffre ha fatto proprie queste parole e ha dato loro vita in un progetto concreto: “Iraq, ritorno alle radici”.
La conferenza internazionale di ACS a Roma “Iraq, ritorno alle origini” ha un grande progetto: far rifiorire la cristianità irachena. A sostenere e ad esporre la nobile iniziativa, presso Pontificia Università Lateranense di Roma, il Segretario di Stato Vaticano, il Cardinale Pietro Parolin e il Presidente internazionale di ACS, il cardinale Mauro Piacenza.
“Aiuto alla Chiesa che soffre” presenta in questi giorni un nuovo nobile progetto: ricostruire i villaggi cristiani della Piana di Ninive dopo la distruzione operata dallo Stato Islamico. Il Cardinale Mauro Piacenza, Presidente Internazionale di ACN, ha presieduto ieri una Veglia per l’evento, presso la Parrocchia di San Marco Evangelista.
"I bambini cristiani nei campi profughi sudanesi sono costretti a recitare le preghiere islamiche per ricevere il cibo". È quanto denuncia ad Aiuto alla Chiesa che Soffre una fonte in loco che per motivi di sicurezza preferisce rimanere anonima.
Non soltanto preghiere, ma concrete opere di carità. Così solitamente Aiuto alla Chiesa che Soffre accompagna le visite papali, realizzando progetti a sostegno delle comunità locali.
Essendo scontati l’indignazione e l’allarme per le minacce poste dal regime di Kim Jong-Un, va ricordato quel che oggi larga parte dei media trascurano: l’ultimo Rapporto ACS sulla Libertà Religiosa documenta quanto la Corea del Nord sia l’esempio più cruento di Stato-persecutore. Ogni cristiano, o persona con antenati cristiani, è di norma inserito nella classe “ostile”, l’ultima delle tre categorie sociali individuate in base alla fedeltà al regime: tale appartenenza religiosa è infatti recepita come vicinanza ai nemici occidentali.
"Senza il vostro sostegno non avremmo potuto accettare nuovi pazienti, né prenderci cura adeguatamente di quelli già presenti". Così il dottor George Theodory, direttore sanitario dell’ospedale Saint Louis di Aleppo, ringrazia Aiuto alla Chiesa che Soffre per il contributo straordinario di 250mila euro che permetterà alla struttura di continuare a curare i tanti feriti del conflitto siriano.
"Una risposta che ha superato le più rosee aspettative", così il direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre, Alessandro Monteduro, commenta la generosità dei benefattori italiani che in soli 20 giorni hanno donato quanto necessario a ricostruire la cattedrale di Luxor.