“In Pakistan, quando è stata introdotta la legge contro la blasfemia, negli anni Ottanta, volevano anche una legge che diceva che se un musulmano cambiava religione, doveva essere dichiarato apostata e ucciso.
"Quello degli attacchi alle minoranze in India è un fenomeno che ha luogo su una scala talmente vasta da far paura". È quanto afferma ad Aiuto alla Chiesa che Soffre il vescovo Theodore Mascarenhas, ausiliare di Ranchi e segretario generale della Conferenza episcopale indiana.
Aiuto alla Chiesa che Soffre torna ad illuminare di rosso monumenti e luoghi simbolo di diverse città italiane in un fine settimana dedicato alla testimonianza del martirio cristiano.
Un sostegno concreto ai cristiani e all’intera popolazione della Piana di Ninive. Grazie alla donazione di 200mila euro ricevuta in seguito alla messa all’asta della Lamborghini donata da Papa Francesco, Aiuto alla Chiesa che Soffre potrà finanziare due nuovi interventi a beneficio delle famiglie cristiane tornate nella Piana di Ninive dopo la sconfitta militare dello Stato Islamico.
«Il Venezuela ha tutto il sostegno di Papa Francesco, che ha scelto vescovi che fossero dalla parte del popolo e piuttosto invisi al Governo. I vescovi in Venezuela sono dalla parte del parlamento e della gente che protesta. Il popolo venezuelano non ha più nulla da perdere: piuttosto che andare avanti così preferirebbero morire tutti durante una manifestazione».
Dalla Sagrada Familia a Barcellona alla Madonna della Salute a Venezia, dalla Chiesa di Santa Maria a Sidney alla cattedrale di Manila, nelle Isole Filippine.
“L’Avvento è tempo di speranza. In questo momento vorrei fare mia la speranza di pace dei bambini della Siria, martoriata da una guerra che dura ormai da otto anni.
Il Santo Padre auspica che la «provvida iniziativa» “Venezia in rosso”, organizzata questa sera dal Patriarcato di Venezia e da Aiuto alla Chiesa che Soffre, «susciti una doverosa attenzione da parte di tutti al grave problema delle discriminazioni che i cristiani subiscono in tante parti del mondo».
"Vogliamo continuare ad aiutare i poveri e gli ammalati, e per farlo senza trascurare l’attività pastorale, abbiamo assolutamente bisogno del vostro sostegno". Giunge dall’Alto Egitto l’appello ai benefattori di Aiuto alla Chiesa che Soffre per l’annuale campagna di raccolta fondi da destinare alle intenzioni di Sante Messe a beneficio dei sacerdoti della chiesa oppressa e perseguitata. A scriverlo è monsignor Botros Fahim Hanna, vescovo di Minya del copti cattolici. Come ricorda lo stesso presule nella propria lettera, nel maggio del 2017 la sua diocesi è stata colpita da uno dei recenti attacchi anticristiani più efferati, quello in cui Isis «"trucidò 29 fedeli copti, la gran parte pellegrini che si stavano recando al monastero di San Samuele e che rifiutarono di convertirsi all’Islam sotto la minaccia delle armi, rinnegando la propria fede cristiana".
Quando la mattina del 6 agosto del 2014 90.000 cristiani iracheni, dopo una camminata notturna di oltre 70 chilometri, si riversavano stremati nelle strade di città del Kurdistan, come Erbil e Dohuk, con le poche cose che erano riusciti a portare con sé, prima che i terroristi dello Stato islamico saccheggiassero e occupassero i loro villaggi nella Piana di Ninive, don Georges Jahola seguiva da lontano le tragiche vicende dei suoi connazionali.
"Ero completamente scioccato quando ho visto cosa rimaneva della mia abitazione e della mia città. Ci è voluto tanto lavoro ma ora siamo finalmente a casa!". Con le lacrime agli occhi il cristiano Musa, 60 anni cristiano, racconta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre il primo giorno in cui è tornato a Qaraqosh. Costretto a fuggire assieme alla sua famiglia nella notte tra il 6 e il 7 agosto 2014, l’uomo è tra i 25.650 cristiani che hanno fatto ritorno nella cittadina simbolo della Cristianità in Iraq, oltre il 46% di quanti vi vivevano prima dell’arrivo dello Stato Islamico.
"L’Europa deve riscoprire le proprie radici, la propria identità cristiana. Soltanto così non dovrà temere il radicalismo islamico". Sono parole del cardinale Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo e primate della Chiesa della Bosnia-Erzegovina, in una conversazione con Aiuto alla Chiesa che Soffre.
"In momenti difficili come quello attualmente vissuto dal Nicaragua, la gente vede nella Chiesa un sostegno, un volto amico. È quindi fondamentale sostenerla e soprattutto coloro che nella Chiesa sono più vicini alla gente: i parroci ed i sacerdoti in genere". Così il Cardinale Mauro Piacenza, presidente internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre, sottolinea l’importanza della campagna di intenzioni di Sante Messe per il Nicaragua lanciata dalla sezione italiana della Fondazione pontificia.
«Esercitate pressione sul governo, affinché abbia rispetto per i vescovi, per i sacerdoti e per la popolazione». È l’appello lanciato attraverso Aiuto alla Chiesa che Soffre dal cardinal Leopoldo José Brenes Solorzano, arcivescovo di Managua in Nicaragua.
La persecuzione dei cristiani nel mondo diventa sempre più fenomeno “liquido”. Si dice che i cristiani perseguitati nel mondo siano circa cento milioni. Eppure, le statistiche sfuggono e il numero delle vittime muta con il mutare dei parametri di misurazione. Contano solo i cristiani uccisi o anche le crescenti limitazioni ideologiche alla libertà religiosa?
"Un incontro-riflessione su uno dei temi più scottanti che riguardano i diritti fondamentali dell’uomo: squarciare il velo dell’indifferenza e porre in essere azioni concrete contro la persecuzione dei cristiani nel mondo e la conseguente negazione della libertà religiosa". Così il generale Luigi Longobardi, Comandante delle Scuole dell’Arma dei Carabinieri, descrive il concerto per i cristiani perseguitati organizzato dal Comando delle Scuole dell’Arma dei Carabinieri in collaborazione con Aiuto alla Chiesa che Soffre.
La “politically correctness” è diventata “correctness pastorale” e, «dalla politica si è infiltrata nella Chiesa. Così che perfino tanti pastori vorrebbero adeguare il Vangelo allo spirito del tempo».
Nei giorni scorsi nella cattedrale siro-ortodossa Um al Zehnar di Homs è avvenuta una speciale cerimonia. I proprietari delle 97 abitazioni cristiane di Homs che Aiuto alla Chiesa che Soffre contribuirà a ricostruire, hanno ricevuto in dono un primo mattone in pietra con su scritto «Gesù è la mia roccia».
"Non vi era mai stato un simile attacco a Surabaya. I cristiani indonesiani sono disperati e terrorizzati, ma io ho detto ai miei fedeli di non avere paura. È proprio questo quello che vogliono i terroristi, spaventarci". Così dichiara ad Aiuto alla Chiesa che Soffre monsignor Robertus Rubiyatmoko, arcivescovo di Semarang, la cui provincia ecclesiastica comprende la diocesi di Surabaya.
Cinque progetti per cinque settimane di Quaresima. È dedicata interamente alla Piana di Ninive la campagna quaresimale di Aiuto alla Chiesa che Soffre del 2018. Un fronte quello della ricostruzione dei villaggi cristiani liberati dallo Stato Islamico, che vede la Fondazione pontificia come prima associazione nel mondo in termini di sostegno alle comunità cristiane.