Sarajevo è una città ancora con le ferite della guerra, sospesa tra il ponte romano, il luogo dove fu assassinato Francesco Ferdinando dando il via alla Prima Guerra Mondiale, le moschee vecchie e nuove. Ed è la città simbolo di quello che è accaduto in Bosnia Erzegovina dopo la guerra e gli accordi di Dayton di 25 anni fa, accordi che tuttora sono la costituzione di una nazione che divide la presidenza in tre, e che ancora deve lavorare per una vera riconciliazione. Lo sa bene il Cardinale Puljic, che ha denunciato la scorsa settimana: “Questo accordo sta legalizzando la pulizia etnica”.