E tra tanti monasteri uno, il vostro, si trova nel Lazio, tra le città di Viterbo e Montefiascone, tra il lago di Vico e di Bolsena. Quando è stato fondato il monastero a Vitorchiano?
Noi siamo stati fondati nel 1875 a San Vito, vicino a Torino. Poi ci siamo trasferiti a Grottaferrata sui Colli Albani e successivamente qui nel 1957. I motivi dei trasferimenti sono stati legati alle nuove vocazioni e alle strutture che diventavano troppo piccole e fatiscenti.
Nella Chiesa si parla tanto della crisi vocazionale, specialmente negli ordini femminili ma nella vostra comunità ci sono sempre nuove monache. Da dove vengono queste vocazioni all’ordine delle trappiste?
Negli anni 50 e 60 le vocazioni venivano dalle realtà vive della Chiesa di allora cioè dall’Azione Cattolica, invece dagli anni 70 in poi le vocazioni venivano prima di tutto dai movimenti, come per esempio da Comunione e Liberazione. Oggi siamo 75 monache: la maggior parte sono italiane, ma abbiamo qualche suora dalla Repubblica Ceca, un’ungherese, una malgascia, un’argentina, una guatemalteca, un’americana.
Perché una donna d’oggi si fa monaca? Qual è il “segreto” di Vitorchiano per attrarre donne anche nei nostri tempi?
Prima di tutto la radicalità di scelta della sequela di Cristo. Nella nostra comunità che, dal punto di vista pastorale, non ha opere tutta la giornata, tutta la vita è tesa alla ricerca di Dio. La nostra vita, spoglia ti tante cose, invita alla ricerca di Dio coloro che hanno scoperto che Dio è risposta a tutte le domande dell’uomo. La vita così essenziale indica che la vita terrena è transitoria e che c’è la vita al di là che ci attende. Questo è il punto centrale della nostra esistenza. Ovviamente le motivazioni così “pure” si acquistano con gli anni che passano ma questa è sempre una spinta di fondo. Perciò le vocazioni vanno seguite e c’è un grosso lavoro da fare da punto di vista formativo. E’ in questo campo un ruolo fondamentale svolge l’intera comunità che deve dare una precisa proposta di vita.
E qual è la vostra proposta?
La nostra comunità propone di vivere la regola di San Benedetto nel XXI secolo. E’ una proposta di ricerca di Dio attraverso una vita comune nella via d’obbedienza, d’umiltà, di carità fraterna vissuta veramente.
Quali sono le storie delle donne che sono entrate nel vostro monastero?
La maggior parte sono le donne giovani che vengono degli ambienti universitari, già dopo gli studi e la laurea. Abbiamo monache che sono qui dopo gli studi di medicina, di architettura, di lettere, di matematica, di fisica, di filosofia ecc.
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Sito e indirizzo email del monastero di Vitorchiano: www.trappistevitorchiano.it trappa@vitorchiano.it
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Il testo in polacco è stato pubblicato sul settimanale “Niedziela”