Roma , lunedì, 5. novembre, 2018 10:00 (ACI Stampa).
Vito Curzio nacque nel 1707 ad Acquaviva, in provincia di Bari, da onesti e pii genitori. Ma la sua esistenza fino all'incontro con Sant'Alfonso non fu certo zelante e pia. Infatti, fino all'età di ventisei anni fu un ragazzo irascibile ed irruento ed i suoi biografi raccontano che era più avvezzo a maneggiar pistoloni che a fare una vita raccolta. Non c'era freno che lo teneva e spesso incontrava i suoi pari in famosi duelli. Superbo e forte trascinava la sua vita all'insegna della grandezza e della virilità.
Ma qualcosa va storto o meglio va nel verso che Dio vuole e così in uno di quei giorni dediti al mondo, mentre sta dormendo in un sogno si vede scalare una montagna, grazie all'aiuto di uno strano sacerdote. Chi era quest'uomo?
Non lo sa ma quando se lo ritrova davanti sa cosa deve fare anzi cosa può chiedere. Quello strano personaggio era Sant'Alfonso Maria de Liguori e Vito non si fa scappare la preziosa occasione e chiede di entrare nel suo istituto religioso, ovvero la Congregazione del SS.mo Redentore, fondata nel 1732 a Scala.
Non si sa i due cosa si cosa si dissero ma in un baleno l'esistenza di Vito Curzio mutò: divenne mite, docile, un vero modello per gli altri. Professò la santa Regola il 9 maggio 1743 nella mani di sant'Alfonso de Liguori, fondatore e superiore.
Nei due anni che vivrà nell'istituto (1743-1745) si consuma in penitenze e scala tutte le vette della santità. Uomo di preghiera ad essa dedicava gran parte della giornata. Faceva le azioni più semplici o più pesanti con la più straordinaria pietà. Nel periodo che vivrà da redentorista sarà un modello di penitenza ed abnegazione tanto da divenire un modello per i confratelli.