Città del Vaticano , martedì, 15. maggio, 2018 9:00 (ACI Stampa).
Quando nel 1998 per la prima volta venivano aperti gli studiosi gli archivi della Congregazione per la Dottrina della Fede, o meglio del Sant’ Uffizio, l’allora Cardinale Ratzinger disse che non si poteva prevedere quali sarebbero stato gli sviluppi per il mono degli studiosi.
A venti anni di distanza si possono fare dei bilanci e presentare i frutti del lavoro di alcuni di loro.E’ questo lo scopo del Convegno internazionale che si apre oggi: “ L’inquisizione romana e i suoi archivi”.
Nel 1998 in una solenne giornata tenutasi presso l’Accademia Nazionale dei Lincei e presieduta dall’allora Prefetto del Dicastero, il cardinale Joseph Ratzinger, si diede solennemente avvio ad un percorso che conta oramai due decadi di esistenza. Oggi fino al 17 maggio presso la Biblioteca del Senato in Piazza della Minerva, all’interno della cosiddetta Insula Domenicana di S. Maria sopra Minerva, così legata alle vicende storiche attinenti alle Congregazioni del Sant’Uffizio e dell’Indice dei Libri Proibiti si prosegue l’impegno degli studiosi.
Il Convegno, che costituisce anche il quarto appuntamento del ciclo Memoria Fidei, inaugurato nel 2013 come un foro stabile di collaborazione e aggiornamento tra gli archivi ecclesiastici, vede la partecipazione di quaranta studiosi provenienti dall’Italia e da vari paesi d’Europa, Stati Uniti e Canada. I lavori saranno introdotti da S.E. Mons. Francisco Luis Ladaria Ferrer, S.J., Prefetto della Congregazione.
Oltre alle relazioni su singoli aspetti del lavoro dell’ Inquisizione ci sono anche delle riflessioni sull’arte e persino sul cinema. Pierfranco Bruni ad esempio parla proprio del linguaggio cinematografico nel racconto delle vicende legate all’Inquisizione. ““Il nome della rosa” del 1986 è uno di quei testi che potrebbe essere preso come esempio, non solo come rottura di schemi tra l’immagine e la trama narrante nel libro, ma soprattutto come interpretazione perfettamente ideologica alla questione dell’Inquisizione in una chiave di lettura forzata su riferimenti storici che vengono volutamente traviati.