Città del Vaticano , venerdì, 26. marzo, 2021 20:00 (ACI Stampa).
Proseguono in Vaticano le udienze per il processo a carico di don Martinelli, accusato di aver compiuto abusi su un compagno, quando erano allievi, tra i 13 i 19 anni, dell’istituto affidato alla diocesi di Como, e dell’ex rettore don Radice, per aver intralciato le indagini. Nella ottava udienza di oggi 26 marzo sono stati ascoltati monsignor Vittorio Lanzani, delegato della Fabbrica di san Pietro, e un testimone, K.J.
Come riporta vaticannews.va all’inizio dell’udienza, il presidente del Tribunale Giuseppe Pignatone ha comunicato il rigetto dell’istanza della parte civile, la presunta vittima L.G., per la citazione in giudizio della Diocesi di Como, per responsabilità civile nell’accaduto. Nel porre poi le domande a monsignor Lanzani, Pignatone ha detto che “E’ un fatto oggettivo che i rapporti – volontari o subiti – ci sono stati, anche se l’imputato (Martinelli, n.d.r.) nega”.
Monsignor Lanzani, 69 anni, incaricato dal 2006 dall’allora arciprete della Basilica Vaticana, il cardinal Angelo Comastri, di tenere i contatti con il Preseminario per l’attività liturgica dei giovani allievi, chierichetti in Basilica, ha confermato che la gestione di don Radice, “sacerdote zelante”, era “eccessivamente personalistica” e “accentrata”, e che non condivideva con gli altri sacerdoti dell’equipe educativa “le sue scelte”.
Mentre il giovane Martinelli, per Lanzani, era una figura, “molto attiva e a volte invadente”, che tendeva a sovrastare gli altri studenti, “in modo dispotico”, ma “godeva di ampio credito da parte di Radice”, suscitando malcontenti e invidie tra gli altri ragazzi.
Lo studente K.J. riferisce delle “attività sessuali”, ma non violenze, a suo dire, tra allievi nel Preseminario.