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Vado a parlare ai giovani del Marocco, il viaggio di Giovanni Paolo II nel 1985

Giovanni Paolo II arriva in Marocco accolto dal Re Hassan  |  | pd Giovanni Paolo II arriva in Marocco accolto dal Re Hassan | | pd

Cattolici, protestanti, animisti, musulmani: è l’Africa delle religioni quella che Giovanni Paolo II visita per la terza volta nell’ agosto del 1985. Sette paesi. Un viaggio nel cuore dell’ Africa tra leoni, foreste e masai che si conclude con un gesto profetico: l’incontro con i giovani musulmani in Marocco. Il Papa ha risposto all’ invito del re Hassam.

Il discorso allo stadio di Casablanca dove si sono appena conclusi i Giochi Panarabici è uno di quelli che segna la storia del dialogo tra religioni e popoli. Voi, dice, siete pronti a costruire una civiltà fondata sull’ amore.

Sull’aereo che da Nairobi porta il Papa e i giornalisti a Casablanca il tema del dialogo con L’Islam è ovviamente centrale.

A chi gli chiede quando ha pensato per la prima volta di parlare ad una assemblea di musulmani, risponde: Non posso dire esattamente quando. Dovrei dire subito perché già tutto era incluso nell’orientamento del Vaticano II.

Si prosegue con la questione di Gerusalemme, e lo status quo: Santo Padre è vero che il re del Marocco e lei condividete la stessa opinione su Gerusalemme? Chiede un giornalista. Risponde il Papa: “Si, si i musulmani sono convinti che Gerusalemme deve avere uno statuto speciale, come punto centrale e capitale di tre religioni monoteiste e non dovrebbe essere solo la capitale di Israele, ma la sua caratteristica dovrebbe essere una capitale delle religioni, delle tre religioni monoteiste, e questa è anche la visione della Santa Sede e di Paolo VI, e poi come questo dovrebbe essere realizzato è un’ altra.  Fondamentalmente io continuo l’attitudine dei miei predecessori. Stiamo ancora lavorando per la soluzione della complicatissima questione del Medio Oriente.

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Il problema di Gerusalemme è un elemento. Ci sono altri importantissimi problemi e difficili: il problema dei palestinesi, il problema del Libano. Il problema del Medio Oriente è davvero complicatissimo. E della coesistenza di cristiani, musulmani ed ebrei in questa area.

E ancora una questione, nello stadio all’incontro con i giovani ci sono solo ragazzi del Marocco, nessuno di altre nazioni: E’dispiaciuto perché questa sera nello stadio ci sono solo i giovani del Marocco? Risponde: Non ho ragione di essere dispiaciuto, ho ragione di essere entusiasta! Io sono stato invitato dal re del Marocco, e il suo invito era a parlare ai giovani del Marocco, i giovani del suo paese. Naturalmente giovani musulmani, vedremo!

Poi qualcuno chiede se è possibile cambiare la storia con questo viaggio in Marocco e il Papa risponde: Cambiare la storia? Io credo che ognuno sta cambiando la storia, ognuno. Ogni persona sta cambiando la storia in una piccola dimensione. E forse anche questo sarà un piccolo elemento per cambiare la storia, io spero. Tutti, anche voi state cambiando la storia!

Giovanni Paolo II sottolinea l’invito del Re del Marocco di parlare ai giovani e Orazio Petrosillo, vaticanista del Messaggero, gli chiede: Si può dire che con questo viaggio il dialogo con l’ islam è entrato in una fase che non ci si sarebbe aspettati alcuni mesi fa, e che in forza di questo dialogo il cattolicesimo si sprovincializzerà?  Il Papa: Cosa vuol dire sprovincializzare? Petrosillo: Non ritenersi più al centro del mondo. Papa: Quando si è ritenuto? Petrosillo: Beh non lo so forse un po’!

Papa: Ma oggettivamente è così perché Cristo è il centro del mondo! Ma umanamente parlando, storicamente parlando, sociologicamente parlando, possiamo adoperare molto bene tutti gli altri criteri. Certamente per Roma storicamente siamo al centro del cristianesimo, ma se ci troviamo alla Mecca non è più il cristianesimo al centro. Perché sono diversi aspetti, diverse dimensioni, e si devono adoperare questi aspetti, queste dimensioni per le parole così generiche come per esempio provincializzazione, o non sprovincializzazione.

Tra le domande anche una per il futuro: lei andrebbe in paesi come l’Arabia Saudita se servisse ad aumentare questo dialogo? Il Papa: Una volta Pio XI ha detto che era pronto a parlare anche con il diavolo se si tratta della verità, della religione se si tratta dei diritti umani, allora, si perché no? Ma io penso per la mia sensibilità questo sarebbe, direi completamente giustificato, ma penso che nella loro sensibilità non lo è ancora.

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Infine a proposito di dialogo Dante Alimenti vaticanista del TG1 chiede:  Ritiene possibile una santa alleanza tra cristiani, musulmani ed ebrei per curare i mali del mondo?

E il Papa: Dovrebbe esserci! Io penso che questa alleanza si deve cercare in tutte le dimensioni. Lei vede che da tanto tempo i papi scrivono le loro encicliche indirizzandosi non solamente ai cattolici ai cristiani ma anche a tutte le persone di buona volontà.

 

Tratto da : Compagni di Viaggio. Interviste al Volo con Giovanni Paolo II - a Cura di Angela Ambrogetti- Libreria Editrice Vaticana.