Roma , giovedì, 14. gennaio, 2021 11:35 (ACI Stampa).
La luce di Cristo “è luce di speranza, di pace, luce che indica un nuovo inizio. Sì, non possiamo solo aspettare che dopo questa pandemia tutto torni come prima, come abitualmente si dice. Noi, invece, sogniamo e vogliamo che tutto torni meglio di prima, perché il mondo è segnato ancora troppo dalla violenza e dall’ingiustizia, dall’arroganza e dall’indifferenza”. Lo scrive la Cei in una lettera firmata insieme a Ortodossi e Protestanti in occasione della imminente Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani.
“Il male che assume queste forme – prosegue il testo – vorrebbe toglierci la fede e la speranza che tutto può essere rinnovato dalla presenza del Signore e della sua Parola di vita, custodita e annunciata nelle nostre comunità. In questi mesi di dolore e di grande bisogno abbiamo visto moltiplicarsi la solidarietà”.
“La gratuità del dono – si legge ancora – ci ha aiutato a riscoprire la continua ricchezza e bellezza della vita cristiana, inondata dalla grazia di Dio, che siamo chiamati a comunicare con maggiore generosità a tutti. Così, non ci siamo lasciati vincere dalla paura, ma, sostenuti dalla presenza benevola del Signore, abbiamo continuato ad uscire per sostenere i poveri, i piccoli, gli anziani, privati spesso della vicinanza di familiari e amici. Le nostre Chiese e comunità hanno trovato unità in quella carità, che è la più grande delle virtù e che, unica, rimarrà come sigillo della nostra comunione fondata nel Signore Gesù. Desideriamo, infine, intensificare la preghiera gli uni per gli altri”.
“Rimanere in Gesù – conclude il messaggio - vuol dire rimanere nel suo amore. Quell’amore che ci spinge ad incontrare senza timore gli altri, specialmente i più deboli, i periferici, i poveri ed i sofferenti, come Gesù stesso ci ha insegnato, percorrendo senza sosta le strade del suo tempo. Viviamo e celebriamo la nostra unità nella preghiera comune, che vedrà riunite le nostre comunità soprattutto in questa settimana”.