Nazareth , sabato, 12. settembre, 2015 18:10 (ACI Stampa).
Arrivano già dal pomeriggio le famiglie che partecipano alla veglia di preghiera per la famiglia a Nazareth. Si riuniscono in sit in spontanei, continuando una protesta per il taglio di fondi alle scuole cristiane che ha interessato anche il recente incontro di Papa Francesco con il presidente Revlin. Ma soprattutto, vanno a pregare, si preparano ad una veglia di preghiera con i vescovi del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa. Oggi è il giorno in cui la plenaria itinerante dei vescovi europei tocca Cafarnao, e poi Nazareth. Pietro e Maria. Alla ricerca delle radici della Chiesa e delle radici d’Europa.
Sono in molte, le famiglie cristiane a Nazareth. Passano davanti alla Basilica dell’Annunciazione, salgono le scale che accarezzano la vecchia sinagoga, preservata da una struttura rialzata, superano il portone di una delle case della Custodia di Terrasanta e poi si introducono su un cortile da cui si vede una parte di Nazareth, lambendo con lo sguardo la Chiesa di San Giuseppe. I vescovi europei, fanno lo stesso percorso. Fedeli a quello che è stato l’appello di Papa Francesco, chiedono preghiere per il Sinodo. Nel suo saluto, il Cardinal Petr Erdo, presidente del CCEE e arcivescovo di Ezstergom-Budapest, dice alle famiglie: “Vi saremmo immensamente grati se ogni giorno almeno una famiglia di Nazareth venisse qui al santuario a pregare insieme per il Papa ed i vescovi riuniti a Roma in ottobre!”
Quella dei temi del Sinodo è una preoccupazione costante dei vescovi europei riuniti in plenaria. Non c’è un tema preciso, tutto è incentrato sulla Parola di Dio, sulla figura di Gesù. Si parla delle sfide che ogni Paese deve affrontare. C’è la questione immigrazione, una preoccupazione viva. Ci sono le questioni sociali. Ma c’è soprattutto la sfida di tutte le sfide, l’ideologia del gender, che non di rado viene fuori nei discorsi dei vescovi.
Ma si è in Terrasanta anche per dimostrare un impegno in favore dei cristiani perseguitati: la presenza dei vescovi europei è un simbolo, e vuole spronare tutti ad essere più attenti ad un esodo che una volta si poteva definire nascosto, ma che ora è sotto gli occhi di tutti. Ovviamente, anche la situazione particolare della Terra Santa ha il suo peso specifico nel dibattito.
Un peso specifico che si sente nelle parole di padre Jamal Khader, rettore del seminario patriarcale di Beit Jala, nel suo discorso della mattina alla Domus Galileae. Il quale sottolinea con forza che Gesù “non è stato un diplomatico,” e che “la Chiesa è chiamata a seguire l’esempio di Gesù, e continua a proclamare il Regno di Dio, un regno di giustizia, di pace e di riconciliazioni.” E poi, senza mai citarlo esplicitamente, fa un riferimento diretto alla costruzione del muro a Cremisan, dell’espropriazione di terre che ha riguardato tante famiglie. Padre Khader chiede di leggere la Bibbia come un solo libro, perché “le promesse dell’Antico Testamento non giustificano prendere la terra da un popolo per darla a un altro popolo nel nome di Dio.”