Città del Vaticano , giovedì, 20. agosto, 2020 12:30 (ACI Stampa).
La Pontificia Accademia Mariana Internazionale ha una storia lunga che perdura nel presente e guarda al futuro: 27 luglio 1946, il Definitorio Generale dell’Ordine dei Frati Minori istituì una “Commissione Mariana Francescana” - la “Commissio Marialis Franciscana” - con il fine di organizzare e dirigere tutto quanto si sarebbe fatto nell’Ordine per esaltare e far conoscere - scientificamente - la Vergine Maria. E, tutto ciò, avvenne presso l’università “Antonianum” di Roma.
La Commissione, di fatto, potrebbe definirsi il vero inizio di quella che sarà poi la Pontificia Accademia Mariana Internazionale. Accademia che, ufficialmente, nacque l’8 dicembre 1959 grazie al motu proprio “Maiora in dies” del Sommo Pontefice Giovanni XXIII che diede all’Accademia il titolo di “Pontificia”.
La Pontificia Accademia è una realtà dinamica, come il suo presidente, Padre Stefano Cecchin (Ofm), instancabile uomo e religioso che ha il dono della semplicità francescana sposata alla finezza teologica. “ACI Stampa” lo ha intervistato su diversi temi: tra presente, passato e soprattutto futuro.
Presidente, partiamo dal presente. Anzi, forse direi meglio dal futuro dell’Accademia. In questi giorni di calura estiva, nessuna vacanza. E’ già - infatti - a lavoro su un’idea certamente originale e importante: Maria contro le mafie. Un tema scottante su cui la Pontificia Accademia Mariana Internazionale sta puntando per il prossimo ottobre. Una finestra sulla società civile, sull’impegno del bene comune.
Sì, è così. Certamente, “Liberare Maria dalle mafie e dal potere criminale. Per una teologia della liberazione dalle mafie” è un progetto ambizioso, ma doveroso visto i tempi. Per noi rappresenta una sfida che abbiamo con coraggio accettato. E con piacere ci facciamo promotori di un progetto - che vedrà la sua attuazione nell’ottobre prossimo - che vede coinvolti importanti figure della società civile, tutti accomunati da un solo sogno che non vuole essere solo tale, bensì una realtà concreta: il bene comune, tanto necessario nel tempo difficile che stiamo vivendo. E che tutto ciò avvenga sotto l’effige di Maria è davvero “bello”. Non trovo altro aggettivo! Considerato che la figura di Maria, nonché i luoghi, le ritualità e le simboliche a lei associate, sono oggetto di “riconfigurazione sistematica” da parte delle mafie e della criminalità organizzata non solo in Italia, ma anche in altri Paesi su scala globale, ci è sembrato doveroso il nostro impegno su tale tema. e, questo impegno, non poteva che avvenire attraverso le tantissime realtà a lei dedicate e/o poste sotto il suo patronato. Penso, ad esempio, ai santuari e alle varie confraternite sparse nel nostro Paese. E’ doveroso ritrovare il senso e il gusto di una vita libera, di una vita autodeterminata, di una vita pro-esistente, di una vita serena: dimensioni, tra l’altro, che si oppongono in radice alle culture e alle prassi mafiose e criminali.