Città del Vaticano , sabato, 18. dicembre, 2021 12:05 (ACI Stampa).
Il Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, l’Arcivescovo Arthur Roche, ha reso note le risposte ai dubia sollevati da alcuni vescovi circa l’applicazione del Motu proprio Traditionis Custodes che restringe di fatto l’utilizzo del Summorum Pontificum promulgato da Papa Benedetto XVI.
Nella lettera di accompagnamento il Prefetto rimarca come sia “triste vedere come il vincolo più profondo di unità – la partecipazione all’unico Pane spezzato che è il Suo Corpo offerto perché tutti siano uno – diventi motivo di divisione: è compito dei Vescovi, cum Petro et sub Petro, custodire la comunione, condizione necessaria per poter partecipare alla mensa eucaristica”.
“Come Pastori – scrive Monsignor Roche - non dobbiamo prestarci a polemiche sterili, capaci solo di creare divisione, nelle quali il fatto rituale viene spesso strumentalizzato da visioni ideologiche. Siamo tutti chiamati a riscoprire il valore della riforma liturgica custodendo la verità e la bellezza del Rito che ci ha donato. Perché questo accada, siamo consapevoli che è necessaria una rinnovata e continua formazione liturgica sia per i presbiteri sia per i fedeli laici”.
Allegato alla lettera, la Congregazione ha pubblicato lo schema riepilogativo dei dubia sollevati e le relative risposte. Nello specifico:
Laddove non vi sia la possibilità di individuare una chiesa od oratorio o cappella disponibile per accogliere i fedeli che celebrano con il Missale Romanum il Vescovo diocesano può chiedere alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti la dispensa dalla disposizione del Motu Proprio Traditionis custodes e permettere la celebrazione nella chiesa parrocchiale. Qualora si individui un altro luogo adeguato, la licenza sarà ritirata.