Città del Vaticano , sabato, 26. ottobre, 2019 20:58 (ACI Stampa).
“Il processo deve andare avanti”. Lo sottolinea il Cardinale Michael Czerny, segretario speciale del Sinodo speciale sulla Regione Panamazzonica, pungolato sulle questioni più dibattute in aula: i viri probati e l’ordinazione femminile. Non una spaccatura vera e propria – c’erano 181 padri sinodali votanti, la maggioranza si raggiungeva a 120 – ma di certo un segnale che non tutti, su questi temi erano d’accordo.
Un segnale di interesse, se si considera che si tratta di un Sinodo speciale. Non ci sono votazioni delle Conferenze Episcopali, il Papa sceglie i membri, e alcuni vi partecipano di diritto perché il tema li riguarda personalmente.
Si conclude il Sinodo sulla Regione Panamazzonica con un documento lungo, che delinea varie conversioni (da quella pastorale a quella ecologica) e che ha anche delle aperture. Ma non troppe, perché altrimenti non ci sarebbe stato il consenso sinodale, fondamentale per portare avanti le questioni. Un documento prudenziale, insomma, in cui però compare poco la questione della pastorale vocazionale. Per questo, il Cardinale Czerny parla di “cammino da compiere”.
Il punto più controverso è il 111, quello in cui si parla di una possibile ordinazione di uomini sposati in circostanze speciali. Ed è lì che l’assemblea sinodale ha vissuto la più grande spaccatura: 128 voti a favore, 41 contro. Per il resto, tutti i punti sono passati a larga maggioranza, anche quello in cui si parla di un possibile rito amazzonico. Prende 30 voti contro il punto 103 sul coinvolgimento delle donne, visto come una apertura al diaconato femminile – e Papa Francesco ha già fatto sapere che estenderà la commissione sulle diaconesse che aveva stabilito anni fa. E 27 voti contro ha avuto il punto 117, che parla di un possibile rito amazzonico. Un rito in cui però è visto il rischio della creazione, con il tempo, di una vera e propria Chiesa sui iuris, con diritto canonico proprio.
Certo, Papa Francesco ha chiesto di non guardare ai dettagli del documento, ma a guardarlo nella interessa. “Un momento di una Chiesa in cammino”, chiosa Paolo Ruffini, prefetto del dicastero della Comunicazione della Santa Sede. E padre Giacomo Costa, segretario della Commissione per l’Informazione, sottolinea che “la Chiesa sta imparando ad ascoltare, sta imparando a discernere, sta imparando a comprendere come la tradizione possa esprimersi in maniera profonda”.