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Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, si guarda già al 2026

Sono stati pubblicati lo scorso giugno i sussidi della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 2025. Ora si guarda al 2026, anno in cui il sussidio sarà preparato da un gruppo dell’Armenia

Etchmiadzin | la riunione del gruppo di lavoro con Karekin II ad Etchmiadzin | DPUC Etchmiadzin | la riunione del gruppo di lavoro con Karekin II ad Etchmiadzin | DPUC

Verranno dall’Armenia i testi per i sussidi della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani del 2026. Il comitato internazionale per i testi si è riunito dal 13 al 17 ottobre scorsi, per finalizzare testi e le preghiere del sussidio che sarà utilizzato nel 2026. I sussidi della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 2025 sono invece stati affidati alla Comunità di Bose.

Nel 2026, dunque, la Settimana di Preghiera dell’Unità dei Cristiani punterà i riflettori sull’Armenia, Paese dove si sente a rischio l’eredità culturale cristiana specialmente nel Nagorno Karabakh, Artsakh nell’antico nome armeno, tornato ormai completamente sotto il controllo dell’Azerbaijan. Il lavoro ecumenico, dunque, si unisce ad un lavoro storico e culturale in quella che è la prima nazione cristiana, casa della Chiesa Apostolica Armena, una Chesa ortodossa orientale cosiddetta pre-calcedonica, che però è rimasta fuori dalla comunione con Roma più per delle incomprensioni che per delle vere differenze teologiche.

Il comitato internazionale per il sussidio si è riunito a Etchmiadzin, Santa Sede madre della Chiesa Apostolica Armena, dal 13 al 17 ottobre.

Il comitato è sponsorizzato congiuntamente dal Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e il Consiglio Ecumenico delle Chiese. I membri del comitato sono stati ospiti del Dipartimento per le relazioni interecclesiali della Chiesa Apostolica Armena, che ha redatto i materiali in collaborazione con le comunità cattoliche ed evangeliche locali.

La Cattedrale Madre di Etchmiadzin è stata riaperta il 28 e 29 settembre 2024, dopo anni di restauri, e alla riconsacrazione ha partecipato una delegazione vaticana guidata dal Cardinale Kurt Koch, che ha portato un messaggio di Papa Francesco. L’incontro del gruppo di redazione è arrivato proprio dopo la benedizione del Muron (olio santo) e questo – si legge in un comunicato del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani – ha “offerto al gruppo di redazione un’opportunità unica di riflettere e celebrare la comune fede cristiana, che continua a vivere e dare frutti nella chiese in Armenia oggi”.

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Il sussidio di preghiera sta venendo composto attingendo a risorse delle tradizioni storiche di preghiera e suppliche utilizzate dal popolo armeno – che, si dice, misura la storia in millenni – alcuni dei quali risalgono al IV secolo.

Oltre alla preghiera nella cattedrale madre recentemente riaperta, i membri del Comitato Internazionale hanno potuto pregare in diverse altre chiese armene. Lunedì 14 ottobre, hanno visitato e ascoltato le testimonianze di rifugiati sfollati a causa della recente aggressione contro i cittadini armeni in Artsakh (Nagorno-Karabakh). Giovedì 17 ottobre, il comitato è stato ricevuto in udienza da Sua Santità Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, e in seguito hanno visitato il Memoriale del genocidio armeno di Tsitsernakaberd.

L'incontro è stato presieduto congiuntamente dal responsabile del programma del Consiglio Ecumenico delle Chiese per la Vita Spirituale e Fede e Costituzione, il Rev.do Dr. Mikie Roberts, e da P. Martin Browne OSB, Officiale della Sezione Occidentale del Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.

Il sussidio in preparazione riguarda la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 2026, mentre sono già pronti i sussidi per la settimana di preghiera 2025, che sono stati affidati alla comunità di Bose e avranno come tema “Credi tu questo?”.

Tradizionalmente, la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani si tiene tra il 18 e il 25 gennaio, secondo una proposta che fu avanzata nel 1908 da padre Paul Watson, perché le due date comprendono simbolicamente la Festa della Cattedra di San Pietro e quella dalla Conversione di San Paolo. Ci sono stati vari precedenti illustri, ma fu solo a partire dal 1968, con Paolo VI e con gli sviluppi ecumenici dettati anche dal Concilio Vaticano II, la Settimana comincia a strutturarsi con un tema e con varie attività, tra cui la presenza del Papa per i Vespri nella Basilica di San Paolo Fuori Le Mura, tradizionalmente dedicata al dialogo ecumenico.

Nel 2020 fu la Comunità di Grandchamp a redigere il sussidio di preghiera, mentre nel 2019 spettò ad un ,gruppo ecumenico di Malta nel 2018 furono incaricati i cristiani dell’Indonesia e nel 2016 lo curarono i cristiani di Lettonia . Nel 2022, invece, è stato il turno del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, e nel 2023  si è guardato al Minnesota.

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Per il 2024, i sussidi sono stai preparati da un team ecumenico del Burkina Faso, composto da membri dell’arcidiocesi cattolica di Ouagadougou, Chiese Protestanti e la Comunità Chemin Neuf del Burkina Faso – comunità particolarmente attiva nella causa dell’unità dei cristiani. Nel 2025, come detto, le preghiere e riflessioni della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani sono stati preparati da fratelli e sorelle della comunità monastica di Bose, nel Nord Italia.