Roma , lunedì, 24. maggio, 2021 16:57 (ACI Stampa).
Papa Francesco ha aperto nel pomeriggio i lavori della 74/ma Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana presso l’hotel Ergife di Roma. Al centro dei lavori l’apertura del cammino sinodale della Chiesa italiana, uno dei temi più a cuore per il Papa.
Francesco ha aperto a braccio i lavori della Assemblea Generale.
Sulla questione dei tribunali diocesani il Pontefice si è detto soddisfatto dei passi avanti che si sono verificati, annunciando che “due giudici rotali e il decano della Rota avranno un colloquio col vescovo incaricato delle questioni giuridiche, andranno a interloquire con lui e poi vedranno se fare una visita o no, ma son rimasto contento dei passi che sono stati dati”.
Secondo punto i seminari. “C’è un pericolo molto grande – ha ammonito il Papa - sbagliare nella formazione. Bisogna usare prudenza nell’ammissione dei seminaristi”. Il Papa ha messo in guardia sulla rigidità di taluni ragazzi: “poi poi ci siamo accorti che dietro quella rigidità c'erano grossi problemi” e questo accade quando i seminaristi “sono ricevuti senza chiedere informazioni”, magari dopo essere stati cacciati da una congregazione religiosa o da un’altra diocesi. E’ importante “la formazione: credo che su questo il presidente ha ricevuto una lettera dal Prefetto del Clero. Non possiamo scherzare con i ragazzi che vengano da noi per entrare seminario”.
Infine Papa Francesco ha affrontato il tema del sinodo della Chiesa italiana mettendo in guardia i vescovi dalla “amnesia”, dalla perdita di memoria “di quello che abbiamo fatto e poi andiamo avanti. E una delle cose che sulla quale abbiamo perso la memoria è Firenze, l’incontro di Firenze 5 anni fa. Io direi che il sinodo deve svolgersi sotto la luce di questo incontro di Firenze, è un patrimonio vostro che deve illuminare questo momento: dall'alto in basso Firenze e dal basso in alto il popolo di Dio, la più piccola parrocchia, la più piccola istituzione diocesana”. Bisogna “incominciare dal basso in alto nelle piccole comunità delle piccole parrocchie e questo chiederà pazienza, ci chiederà lavoro, ci chiederà far parlare la gente, affinchè esca la saggezza del popolo di Dio perché un sinodo non è un'altra cosa che far esplicito quello che dice la Lumen Gentium”.