Città del Vaticano , giovedì, 16. luglio, 2015 12:52 (ACI Stampa).
“Richiederà probabilmente qualche anno” il passaggio a procedure contabili secondo gli Standard IPSAS (International Public Sectors Accounting Standards). Al di là del dato tecnico, le cifre del bilancio consolidato di Santa Sede e Stato di Città del Vaticano pubblicato il 16 luglio 2015 e riferentisi all’anno 2014, raccontano di un mondo economico vaticano in transizione, ma che comunque continua a mantenere i suoi standard di entrate e uscite. Con passivi in linea con quelli dello scorso anno ed attivi che seguono la tendenza consueta.
In particolare, la Santa Sede è in passivo per “25.621 migliaia di euro,” un dato che è – si legge nel comunicato della Sala Stampa vaticana – “molto vicino al deficit di 24.471 migliaia di euro registrato nel 2013.” Mentre il Bilancio 2014 del Governatorato evidenzia un avanzo di 63.519 migliaia di euro, quasi il doppio rispetto al 2013 (quando l’avanzo era di 33.042 migliaia di euro), un attivo dovuto soprattutto all’attività dei Musei vaticani, che da sempre rappresentano un bacino di liquidi per la Santa Sede. A queste – spiega il comunicato – si aggiungono “investimenti favorevoli.”
Quali siano questi investimenti, non è dato sapere. Tra l’altro, è ancora da comprendere quando e come entrerà in funzione il Vatican Asset Management, ovvero quel ramo delle istituzioni economiche vaticane destinato a gestirne portafogli e investimenti.
Intanto, alcune note sulla riforma economica vaticana si possono dedurre dalla lettura del comunicato del Bilancio. Santa Sede e Governatorato mantengono due bilanci separati, come sempre, mentre si era pensato persino di accorparli, e c’erano anche – si racconta – degli studi giuridici in corso sulla possibilità di accorpare i due enti. E poi, la Prefettura degli Affari Economici continua a lavorare, e ha “preparato” i bilanci, mantenendo i vecchi criteri contabili e del “precedente perimetro di consolidamento,” vale a dire basandosi sulle entità che prima erano incluse nel bilancio. Ieri c’erano 64 enti, oggi vengono considerati nel bilancio consolidato 136 enti.
Forse è per questo che – sottolinea il comunicato – se per il bilancio della Santa Sede nel 2013 fossero stati applicati “gli stessi trattamenti contabili utilizzati per il 2014, il deficit 2013 sarebbe stato di 37209 migliaia di euro.” E questo permette alla Santa Sede di esultare perché i miglioramenti sono dovuti “in gran parte ai favorevoli investimenti condotti dalla Santa Sede.”