Scrive Pio IX: “In modo simile a come Dio mise a capo di tutta la terra d’Egitto quel Giuseppe, figlio del patriarca Giacobbe, affinché immagazzinasse frumento per il popolo, così, all’arrivo della pienezza dei tempi, quando stava per mandare sulla terra suo Figlio unigenito Salvatore del mondo, scelse un altro Giuseppe, del quale il primo era stato tipo e figura, che rese padrone e capo della sua casa e del suo possesso e lo scelse come custode dei suoi principali tesori”
La storia dello stesso provvedimento ha il carattere dell’avventura. I documenti pontifici venivano sottoposti al controllo del governo italiano, e così Pio IX sfugge legalmente al controllo governativo utilizzando non una bolla o una lettera papale, ma un decreto della Congregazione dei Sacri Riti.
Ed è un documento che segna una svolta vera. Perché mentre nei precedenti documenti della Santa Sede san Giuseppe arrivava al massimo ad essere definito “precarissimo sposo della Madre di Dio”, qui il titolo di sposo è preceduto dal titolo di “Padre putativo” dell’unigenito Figlio di Dio onnipotente. Il documento rappresenta anche un piccolo trattato ufficiale su San Giuseppe, con riferimento ai suoi titoli, grandezza, dignità, santità e missione estesa al mondo intero.
San Giuseppe a Fatima
La scelta di Pio IX viene confermata alcuni anni dopo da un fatto soprannaturale. C’è anche San Giuseppe con Maria in una delle apparizioni di Fatima, il 13 ottobre 1917. Era un giorno in cui pioveva a dirotto, e – racconta suor Lucia nella sua Quarta memoria – “spinta da un istinto interiore, domandai alla gente che chiudesse gli ombrelli, per recitare la corona. Poco dopo vedemmo il riflesso di luce e subito dopo la Madonna sopra il leccio”.
La Madonna chiede a Lucia di fare una cappella lì, in suo onore, alla Madonna del Rosario, e di continuare a recitare la corona del Rosario tutti i giorni. A Lucia che chiede se può guarire i malati e convertire i peccatori, la Madonna risponde che “non tutti riceveranno la grazia” e chiede che “non offendano più Dio Nostro Signore, che è tanto offeso”.
Quindi, la Madonna aprì le mani, e fece riflettere la luce che proveniva dalle sue mani e si eleva. Lucia chiede a tutti di guardare il cielo. E, mentre la Madonna va via, il riflesso della luce continua a proiettarsi nel sole, e acanto al sole apparvero ai veggenti San Giuseppe, il Bambino Gesù, e la Madonna vestita di bianco con il manto azzurro. E San Giuseppe e il Bambino benedicono il mondo, per assicurare la protezione della Santa Famiglia sul Mondo. Quindi, Maria Vergine divenne addolorata, con aspetto simile alla Madonna del Carmine, e quindi cominciò il miracolo del sole.
La devozione di Pio IX
Pio IX era particolarmente devoto a San Giuseppe. La Basilica del Sacro Cuore a via Marsala sorge su un terreno acquistato dal Papa e doveva essere dedicata inizialmente al padre putativo di Gesù, e solo successivamente l’idea mutò e si affidò a San Giovanni Bosco il progetto. Ma, a ricordare questo progetto originario, c’è un maestoso quadro di San Giuseppe di Rolllini nella Basilica.
Sono state molte le iniziative di Pio IX per San Giuseppe, il quale ammetterà poi nella lettera apostolica Incytum Patriarcham del 7 luglio 1871 che la devozione a San Giuseppe risale alla sua adolescenza.
Il 10 settembre 1847, un anno dopo la sua elezione, il Papa aveva esteso la festa del Patrocinio a tutta la Chiesa, assegnandola alla terza domenica dopo Pasqua con il rito doppio di seconda classe.
La festa era già celebrata un po’ ovunque da diversi ordini e diocesi, in Europa, Stati Uniti e Canada. I carmelitani di Spagna e Italia erano stati i primi a farlo, chiedendo la possibilità di celebrare la festa a Innocenzo XI nel 1680. Quindi, nel 1700, seguirono gli Agostiniani. La diocesi di Roma cominciò a celebrare San Giuseppe nel 1809. Eppure, nonostante questo culto diffuso, l’estensione della festa di San Giuseppe a tutta la Chiesa non era mai stata concessa. E questo nonostante ci fosse persino una petizione dell’imperatore Leopoldo I, che risaliva al 5 febbraio 1684. Leopoldo aveva fatto richiesta al Papa perché riconoscente a San Giuseppe per la sua intercessione nella liberazione di Vienna dai Turchi del 12 settembre 1683.
Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana
Ricevi ogni giorno le notizie sulla Chiesa nel mondo via email.
Nell'ambito di questo servizio gratuito, potrete ricevere occasionalmente delle nostre offerte da parte di EWTN News ed EWTN. Non commercializzeremo ne affitteremo le vostre informazioni a terzi e potrete disiscrivervi in qualsiasi momento.
Il culto di San Giuseppe
Prima di arrivare alla decisione di Pio IX e su ispirazione dello stesso pontefice. il culto di San Giuseppe si sviluppa nella metà del secolo XIX attraverso vari concili provinciali: quello di Vienna del 1858, quello di Praga del 1860, quello di Kolocsa nel 1862, quello di Colombia nel 1868. Sempre nel 1868, il Concilio di Bordeaux esorta i fedeli ad onorare San Giuseppe con un culto speciale. Al Concilio di Baltimora, due anni prima (1866) si raccomandavano “ardentemente” le pie associazioni dedicate a San Giuseppe.
Pio IX accompagna questo movimento con molte iniziative. Estende le indulgenze alla preghiera dei Sette dolori e allegrezze di San Giuseppe, e – su richiesta dell’arcivescovo di Modena e di altri otto vescovi italiani – concede indulgenze a quanti consacrano loro stessi e la loro famiglia e San Giuseppe e praticano qualsiasi forma di devozione a San Giuseppe approvata dalla Chiesa.
Quindi, su richiesta del vescovo di Verona, Pio IX approva anche la formula di benedizione del Cordone o cingolo di San Giuseppe, devozione che risale al XVII secolo.
E poi, c’è la Cina, perché il culto di San Giuseppe si estende fino a là. E così, si richiesta del vicario apostolico di Dancing, Pio IX concede alla Cina e ai regni adiacenti che le indulgenze concesse per il mese di Maria siano concesse anche per il mese di San Giuseppe, ovvero marzo.
Senza pretendere di fare un percorso esaustivo, perché sono tante le iniziative di Pio IX in favore di San Giuseppe, va ricordato che il Papa acconsentì il 12 marzo 1869 anche che si incoronasse “a suo nome” la statua di San Giuseppe venerata a Bruxelles nella Chiesa dei Padri Carmelitani.